Appostamenti, foto, controlli incrociati, ma soprattutto le immagini realizzate dai cittadini dalle loro case in quel pomeriggio di violenza prima del derby della Lanterna. Ecco come la Digos genovese è arrivata all’arresto di 9 ultrà rossoblucerchiati che quattro ore prima della stracittadina tra Genoa e Samp del 23 settembre scorso si scontrarono armati di mazze, bastoni, razzi e coltelli in via Monticelli, strada che dista circa un chilometro dallo stadio Ferraris. All’alba polizia del capoluogo ha effettuato 22 perquisizioni in altrettanti abitazioni su mandato dell’autorità giudiziaria. Nel carcere di Marassi sono finite quattro persone, tre genoani e un sampdoriano. Per due ultrà sono scattati gli arresti domiciliari mentre tre hanno visto la misura attenuata dell’obbligo di firma. L’età varia dai 20 anni del più giovane ai 44 del più vecchio. Alcuni sono conosciuti per reati comuni, per spaccio e per episodi di violenza negli stadi, altri sono invece del tutto nuovi alle forze dell’ordine. Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo rissa aggravata, lesioni, danneggiamento, porto abusivo di armi improprie, lancio di oggetti e travisamento. Nelle abitazioni è stato rivenuto materiale che attesta ulteriormente le loro radici: coltelli, mazze e persino una sciarpa insanguinata. E poi ciò che conferma le infiltrazioni estemiste: materiale di matrice neo nazista. Altri tredici tifosi risultano indagati e nelle prossime ore potrebbbe scattare nuovi provvedimenti. (Luca Russo)
Cronaca
Ultras arrestati grazie a video e appostamenti
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