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Questa sera alle 20 e domenica alle 14.30 in "Presa diretta"
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 Adelmo ha 86 anni ma ne dimostra almeno 15 di meno: mani grosse, ruvide, giacca stile ragazzino "la ho presa in prestito da mio nipote". Già, a lui basta una giacchina di cotone per fronteggiare il freddo che si è scatenato in quei prati e rari boschi ai Casoni di Suvero, 1000 metri di altitudine, nel Comune di Rocchetta Vara, al confine tra Liguria e Toscana "Vede, quegli alberi lì sono già in provincia di Massa". Accanto a noi corrono pecore e capre, che richiama con uno strano verso. Occhi vispi, fisico ancora prestante "mi alzo naturalmente, cioè senza sveglia, tutte le mattine alle 5, mungo le mucche, porto il latte per fare il formaggio da mia figlia e poi via, nei miei terreni, tra coltivazioni di tutti i generi e animali. Questa vita non mi stanca, mi è sempre piaciuta, fin da bambino. Quello che mi stanca sono i lupi - ci racconta - lo sa che in una sola notte mi hanno mangiato 45 pecore? E io poi come faccio a pagare le tasse? Sono andato anche dal prefetto, ma i lupi sono una razza protetta, il problema è che se non proteggono anche noi, rischiamo l'estinzione". 


Adelmo ricorda che centinaia di pecore sono state divorate, "quelle mie e dei miei parenti, e poi gli effetti si vedono, guardi laggiù, prima era ben tenuto, oggi è tutto abbandonato e se le cose non cambiano lo sarà sempre di più. Abbiamo bisogno di tutele". 


Questa sera alle 20 e domenica alle 14.30 su Primocanale "Presa diretta" racconterà la sua storia ma anche quella della pineta di Suvero, una comunanza (terreno diviso tra i circa 200 residenti del paese e gestito da un ente) di 30 ettari con circa 18 mila pini altissimi, piantati durante il fascismo per dare legna da ardere ai contadini della zona, ora in fase di sostituzione, lentamente con altri tipi alberi che hanno una legna miglliore. Proprio a Suvero "conosciuta in tutto il mondo per il nucleo partigiano che qui combattè". 


Prima di salutarci, dppo aver ascoltato suggestivi racconti di guerra, immagini che Adelmo ha ancora stampate negli occhi di quando era bambino, gli chiediamo se i lupi gli fanno paura: "Sono furbi, tu osservano, non sei tu che osservi loro. Ma io non ho paura di loro, sono loro che devono avere paura di me...".