cronaca

L'assassinio venne commesso nello studio di un commercialista
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Sono passati oltre 25 anni dall’omicidio che rappresenta uno dei più celebri gialli irrisolti d’Italia, avvenuto a Chiavari, nel levante ligure. Si tratta dell’assassinio di Nada Cella, uccisa a soli 24 anni il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, presso il quale lavorava, in via Marsala.

Le indagini a una svolta: a uccidere Nada Cella sarebbe stata – secondo la Procura di Genova – Annalucia Cecere, all’epoca dei fatti quasi coetanea della vittima. Il movente potrebbe essere legato alla gelosia: gli investigatori, coordinati dal Pm Francesco Pinto, ritengono che la Cecere fosse innamorata del commercialista a sua volta invaghito di Nada.

Proprio in occasione del 25esimo anniversario, ai microfoni di Primocanale (leggi QUI), il Procuratore Capo di Genova Francesco Cozzi rivelò che il caso era stato riaperto. La svolta nelle indagini sarebbe arrivata grazie a uno dei reperti da ritenuti più importanti dagli inquirenti: un bottone di metallo color bronzo, sporco di sangue, fino ad oggi non identificato, appartenente a un indumento femminile.

Risultano nuovamente indagati anche lo stesso commercialista Soracco, per aver reso false testimonianze al pubblico ministero, e la madre di lui.
Annalucia Cecere risultava essere stata iscritta nel registro degli indagati alcuni giorni dopo l’omicidio. Ma il suo nome non divenne di dominio pubblico, nonostante alcune testimonianze raccolte dagli inquirenti, e la sua posizione venne presto archiviata.

Nelle prossime ore il genetista Emiliano Giardina avrà l'incarico di analizzare i reperti di Dna trovati sulla scena del delitto. Altri esami saranno eseguiti dalla scientifica.