"Queste donne superano la porta del reparto e si guardano intorno con gli occhi spalancati. A volte arrivano da un villaggio lontanissimo e sono in viaggio da due giorni, camminando nella foresta e dormendo per terra. Alla vista dell'ospedale rimangono con degli occhi che tutti dovremmo vedere."
E' emozionata Eleonora Dotti, infermiera genovese appena tornata dall'Uganda, mentre dall'Infopoint di Emergency nel centro di Genova ci racconta del suo lavoro in un ospedale pediatrico. "Lo sguardo delle mamme è il momento più emozionante. Quando le chiamiamo dalla sala d'attesa per portare il loro bambino nel reparto per l'operazione, devono prima andare in una zona filtro, dove si fanno la doccia, si mettono i vestiti adatti e poi possono entrare. Rimangono sbalordite mentre si guardano intorno, quasi fosse un sogno."
Eleonora ha sempre sognato di fare l'infermiera, fin da bambina, e spiega a Primocanale come a 17 anni diventare volontaria di Emergency le ha cambiato la vita: "Con il gruppo di volontari ho imparato tutto, sono fondamentali, importantissimi, senza di loro non si potrebbe fare niente di tutto quello che invece facciamo. Ho lavorato per un paio di anni nel privato dopo la laurea ma io volevo entrare in Emergency e lavorare per loro. Ci sono riuscita, mi hanno voluto, e ora sono 6 anni e mezzo che sono in questa grande famiglia. Serve la laurea, un po' di esperienza e sapere l'inglese, o almeno una lingua oltre alla propria."
Eleonora lavora a Entebbe, città sulla costa settentrionale del lago Victoria, in un centro di chirurgia pediatrica che offre cure gratuite in una nazione dove la sanità è privata. Dalla siringa all'ambulanza, ogni cosa ha un costo: "In Uganda, purtroppo, se non si hanno i soldi il diritto alla cura viene negato. Per noi è assurdo e innaccetabile. I cittadini non sono abituati ad entrare in un ospedale così bello e tecnologicamente avanzato, sono increduli quando non chiediamo "il conto" alla fine del ricovero. A volte provano a chiederci il conto ma noi offriamo tutto gratuitamente."
L'ospedale di ultima generazione in terra africana è stato progettato dall'architetto genovese Renzo Piano, che ha voluto creare una struttura attenta a tradizione e risparmio energetico, con circa 2.500 pannelli solari fotovoltaici sul tetto dell'edifico che soddisfano parte del fabbisogno energetico. "Però quell'ospedale è scandalosamente bello, si affaccia sul lago Victoria, ci sono giardini enormi dove è bellissimo passeggiare e più di 300 alberi piantati. All'interno invece è moderno, sembra di entrare in un'astronave. E pensare che il primo albero è stato piantato da Renzo Piano, Gino Strada e il presidente dell'Uganda nel 2017."
Un lavoro che in molti definirebbero pericoloso, soprattutto per la posizione geografica della nazione, che confina con paesi dilaniati da guerre, ma Eleonora Dotti si sente al sicuro: "Ho visto tanta bellezza, tanta natura, bambini e animali. L'Uganda è bellissima, un paese meraviglioso. Ci sono delle scimmiette che abitano sopra al tetto del nostro ospedale. In questo momento la situazione politica non è così tesa e per Emergency la sicurezza del personale è fondamentale, quindi siamo potretti. Ci sono trasporti organizzati, regole e comunicazioni obbligatorie, sanno sempre dove siamo.
Infine, un ricordo di chi ha iniziato 'tutto', creando Emergency: "La morte di Gino Strada stata una batosta per tutti, ma ora mi sto convincendo che è solo morto il suo corpo, perchè lui non è morto. Ci ha insegnato tutto, ora sta a noi rimboccarci le maniche e andare avanti. Era uno dei miei modelli di vita."
cronaca
"Salviamo chi non può permetterselo": parla l'infermiera genovese in Uganda
L'infermiera di Emergency che lavora nell'ospedale disegnato da Renzo Piano
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