cronaca

In Israele casi tra i vaccinati, ma non c'è un aumento di ospedalizzati e decessi
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Lascia senza parole il fenomeno 'no vax' e 'no Green Pass' in Italia: se dubitare è lecito, stravolgere le informazioni scientifiche sentite dire in tv, dal parrucchiere o da un amico al bar è un errore in cui tutti rischiamo di incappare. La pandemia è diventata un comune argomento di conversazione e, con essa, tra un aperitivo in compagnia o una discussione alla fermata dell’autobus si parla come niente di vaccini, mRna, sperimentazioni e Costituzione. E così davanti alla frase "Io non voglio l'mRna di un altro essere umano, non voglio che cambi il mio Dna o che lo codifichi", pronunciata da un’attempata signora durante la manifestazione davanti alla stazione di Genova Principe, non si può che restare come il nostro Michele Varì. Increduli e sconfitti.

No green pass, i manifestanti: "I vaccini sono pericolosi, non voglio l'mRNA di un altro che mi cambia il DNA" - IL VIDEO


"Frasi come queste sono fantascienza, vanno totalmente contro gli assiomi della conoscenza scientifica che abbiamo oggi. Più di 2 miliardi di dosi mRna sono state somministrate nel mondo. Il fenomeno del ‘no a qualcosa’, dei complottisti, di coloro che non credono a fatti storici ha una spiegazione scientifica, hanno una patologia che porta a negare qualsiasi tipo di evidenza ed è inutile mostrare loro dati oggettivi", è l’analisi di Andrea Orsi, professore di Igiene dell’Università di Genova. "Fortunatamente si tratta di una minoranza molto rumorosa ma limitata, solo un 2-5% della popolazione ha posizioni così radicate nei confronti della vaccinazione".

E, anche se parlare di numeri per chi è ciecamente convinto che il vaccino non serva o che sia più pericoloso del Covid, le statistiche sono molto chiare. "I vaccini in uso dimostrano un’efficacia superiore al 90% nei confronti delle forme gravi e questo dato viene confermato anche nel caso delle varianti. Ad esempio nella regione Lazio, 9 pazienti su 10 che si trovano in terapia intensiva non sono vaccinati. Nei confronti della contrazione del virus, invece, la percentuale di protezione può essere inferiore, ma l’obbiettivo della vaccinazione è quello di preservare le persone dal contrarre i sintomi più critici".

Chi non crede nella campagna vaccinale continua poi a ripetere che in autunno torneremo al tanto detestato 'lockdown' con attività chiuse, didattica a distanza, coprifuoco e altre misure che abbiamo imparato a conoscere. Su questo arriva il monito dal professor Orsi: "Se non riusciamo ad alzare il livello di popolazione vaccinata nei prossimi mesi, andiamo incontro al rischio di più casi gravi dell’infezione, di una maggior circolazione del virus e di conseguenza anche di misure più restrittive: non è un fallimento del sistema, ma un fallimento basato sulle scelte individuali di chi non ha deciso di vaccinarsi. Noi vorremmo che il 100% della popolazione aderisse consapevolmente alla vaccinazione, ma se questo non fosse possibile il decisore politico deve assumersi le responsabilità di un obbligo vaccinale. Mi auguro che da qui ad ottobre ci sia uno sprint vaccinale rilevante che possa evitare di arrivare a questo".

Attualmente i dati in Liguria fanno ben sperare, con pochi casi positivi ogni giorno, un alto numero di tamponi, un numero di persone ospedalizzate stabile e sotto alle 100 unità. Ma lo sguardo corre preoccupato di fronte alle notizie in arrivo da tutto il mondo e si punta il dito sul caso di Israele, nel pieno della quarta ondata con nuovi picchi di contagi. "Sta accadendo quello che ci possiamo aspettare: nei paesi dove non c’è un’alta copertura vaccinale e dove sono state allentate le misure, come distanziamento sociale e mascherina, assistiamo ad un’elevata circolazione del virus, ad un alto tasso di ospedalizzati e ad un numero consistente di decessi. Pensiamo al Regno Unito, al Brasile, all’India", commenta Orsi. "Israele ci mostra quello che può accadere in un paese con tante persone vaccinate, oltre l’80%: anche lì esistono dei 'no vax' tra le popolazioni ultraortodosse, che contribuiscono alla circolazione del virus anche tra i vaccinati. Questo aumento di casi, però, non corrisponde ad un aumento di ospedalizzati o di decessi ed è quello che ci aspettiamo di vedere anche in Italia".