"L’incontro tenutosi nella giornata di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico - prosegue la nota - non ha fornito nessuna risposta sia per le questioni inerenti le prospettive industriali ed occupazionali sia per la gestione ordinaria del gruppo siderurgico e del suo importantissimo e strategico sistema di appalti da parte dell’azienda."
"Da parte delle organizzazioni sindacali, delle RSU e di tutti i lavoratori, questa condizione non è più sostenibile: il tempo delle “non decisioni” è scaduto. A fronte di un piano industriale, definito dalla multinazionale ArcelorMittal e dal nuovo socio Invitalia mai discusso e condiviso con Fim-Fiom-Uilm, continua ad essere una questione inaccettabile l'assenza di un piano di manutenzioni degli impianti per assicurare la sicurezza dei lavoratori e la messa a norma degli impianti è inaccettabile."
"L’assenza della presentazione del piano ambientale, sui tempi della sua realizzazione e delle opere di messa a norma degli impianti e la certezza degli investimenti è inaccettabile. Il mancato ripristino di un adeguato livello di relazioni sindacali con le organizzazioni territoriali e le RSU di tutti i siti è inaccettabile. Una gestione inappropriata della cassa integrazione senza la condivisione delle modalità e dei numeri dei lavoratori è inaccettabile."
"L’assenza della presentazione del piano ambientale, sui tempi della sua realizzazione e delle opere di messa a norma degli impianti e la certezza degli investimenti è inaccettabile. Il mancato ripristino di un adeguato livello di relazioni sindacali con le organizzazioni territoriali e le RSU di tutti i siti è inaccettabile. Una gestione inappropriata della cassa integrazione senza la condivisione delle modalità e dei numeri dei lavoratori è inaccettabile."
"La mancata definizione di un percorso di reintegro in Acciaierie d’Italia dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria è inaccettabile. E’ altrettanto inaccettabile che al termine dell’incontro di ieri al MiSE l’AD di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli abbia dichiarato di considerare scaduto l’accordo del 6 settembre 2018 per le parti che si riferiscono al trattamento economico ed in particolare per quel che riguarda la corresponsione dell’“una tantum” del 3% della RAL in luogo del premio di risultato, senza alcuna preventiva comunicazione formale e tantomeno l’apertura di un negoziato per il rinnovo del PDR."
IL COMMENTO
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