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Il gran gol su punizione all'Inghilterra ha fatto schizzare la quotazione del giovane danese
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E’ il minuto 30 di Inghilterra-Danimarca, semifinale dell’Europeo di calcio a Wembley, quando Mikkel Damsgaard scocca il calcio di punizione che illude la sua Nazionale, sorprendendo l’incerto Pickford. Ne scaturisce il secondo gol, in questa competizione, del ventunenne talento della Sampdoria.



Ed è anche il momento in cui il suo valore di mercato schizza dai circa sette milioni, pagati l’anno scorso dalla società blucerchiata al Nordsjaelland e già saliti a 13 nel maggio scorso, agli attuali quaranta almeno.



Fu l’osservatore Domenico Mimmo Gentile, ex calciatore del Genoa all’inizio degli anni ottanta, a segnalarlo all’attenzione di Osti e Pecini, che ebbero l’intuizione di crederci. Sotto la guida di Ranieri nella Samp ha collezionato 35 presenze e due reti, con la Danimarca le partite disputate sono già otto, con ben quattro gol.



In Italia si sono interessate a lui Milan, Juventus ed Inter, ma anche dalla Premier stanno arrivando segnali importanti.



La Sampdoria è ad un bivio: tenerlo per un’altra stagione, con la speranza di far salire la sua quotazione a livelli stellari, se Damsgaard saprà confermarsi e migliorare. Oppure cederlo subito e, grazie ai soldi incassati, evitare di smantellare il resto della squadra, perdendo un unico, pezzo, sia pure pregiato.



A determinare la strategia sarà il prezzo: se davvero qualcuno sborserà non meno di 40 milioni, sarà impossibile vederlo alla corte di D’Aversa. Altrimenti, chissà.



A gestire i suoi interessi è attualmente il gruppo Boutique Transfers and Management Aps.
Ma la Sampdoria può dire la sua, essendo forte di un contratto in scadenza nel 2024 ad appena 100 mila euro di ingaggio a stagione. Un gran colpo, insomma.