salute e medicina

Oggi i disturbi dello spettro autistico colpiscono un bambino su ottanta
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 In tempi di covid ancor più di prima emergono le difficoltà per i bambini e le bambine che hanno necessità di una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. I centri sul territorio sono troppo pochi rispetto alle richieste e le liste d'attesa molto lunghe.


Una situazione di cui parla a Primocanale il pediatra Alberto Ferrando, presidente dell'associazione italiana pediatri extra-ospedalieri, a partire da quei centri a cui vengono affidati i minori bisognosi di cure: "I centri autorizzati sono affidabili ma lasciati spesso soli. Hanno bisogno di aiuto e non sono stati molto supportati in queste fasi".


"I disturbi dello spettro autistico hanno una variabilità di presentazione molto diversa da bambino a bambino: alcune forme se diagnosticate hanno una prognosi molto buona, ma dipende dalla precocità della diagnosi, da quanto è importante la malattia e da come è seguita", precisa Ferrando. Che ricorda l'appello dei medici e pediatri del territorio, bisognosi di supporto e di presidi: "E' stata fatta una lettera al ministro e alle regioni del nord Italia dai centri di neuropsichiatria infantile che non riescono a star dietro alle richieste di sospetto di autismo. Per questi casi la diagnosi deve essere fatta precocemente".

La diagnosi di disturbi dello spettro dell'autismo una volta era un caso su migliaio, oggi è un bambino su 80,
dalle forme lievi a quelle più conclamate. L'aumento dei casi è multifattoriale, incidono tanto stile di vita, inquinamento, ma anche il miglioramento della diagnosi.