
"Gli altri tre suonatori si sono trasferiti a Milano, Levanto e Moneglia. Suono davanti all'ospedale per ringraziare medici, infermieri e altri lavoratori della sanità che ci stanno aiutando a superare la pandemia" racconta esibendo un saluto militare soprattutto quando parla dell'ospedale San Martino, "i migliori, orgoglioso di averne fatto parte" butta lì con un sorriso.
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Incontriamo lo scanzonato Ghelli sulla scalinata di piazza Corvetto, davanti alla statua di Mazzini, da dove dall'alto domina la zona e il suono della sua cornamusa riempie lo spazio e attira l'attenzione di tutti: "Prima suonavamo nelle chiese ogni ultimo sabato del mese e alla fine della giornata dopo trenta pezzi ero davvero stanco. Adesso che sono rimasto solo e con le restrizioni per il covid suono molto meno".
Personaggio noto alla città, per alcuni il sorridente suonatore di cornamusa è anche un porta fortuna: "Mi ha fermato un signore dicendo che ogni volta che mi vede suonare gli succede qualcosa di bello, una volta la figlia ha partorito ed è andato tutto bene, un'altra volta il figlio che aveva un colloquio di lavoro è stato assunto, per me è una grande soddisfazione anche solo un sorriso".
Ghelli svela che indossa la divisa delle forze armate di Malta perchè è la più comoda e ammette che la moglie e le due figlie con lui (e il suo hobby) hanno "una pazienza certosina".
E a chi afferma che genovesi e scozzesi sono due popoli parsimoniosi risponde così: "Diciamo che sono molto parchi nello spendere i soldi".
IL COMMENTO
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