ambiente

Indagine di Legambiente conferma la passione nel nostro Paese per gli animali domestici
1 minuto e 14 secondi di lettura
Spesa pubblica in aumento, milioni di "clandestini", grandi disparità tra territori. E' quanto emerge dalla IX edizione di "Animali in città", l'indagine di Legambiente sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali, e dalle aziende sanitarie, per la gestione degli animali d'affezione e la qualità della nostra convivenza in città con animali selvatici e non.

L'indagine, che si basa su dati 2019 e che ha coinvolto 1.069 amministrazioni comunali e 46 aziende sanitarie, evidenzia come il 69,5% dei Comuni dichiari di avere uno sportello (un ufficio o un servizio) dedicato ai diritti degli animali in città, ma solo uno su sette (15,7%) raggiunge una performance sufficiente, con Prato, Modena e Bergamo a superare il punteggio necessario per raggiungere l'ottimo.

Dai dati forniti dalle aziende sanitarie, si stimano 226 canili rifugio in attività per 36.766 posti disponibili, ma al 31 dicembre 2019 erano ospitati in queste strutture 92.371 cani, ovvero 2,5 volte i posti disponibili. Ma quanti sono i cani in Italia? Secondo le amministrazioni comunali che hanno risposto, la media è di un cane ogni 7,5 cittadini residenti, ma solo il 36,1% dei Comuni rispondenti conosce il numero dei cani iscritti all'anagrafe nel proprio territorio, per un totale di 1.060.205 cani su 7.913.890 residenti. Quindi, sulla base delle anagrafi territoriali più complete, la stima del numero di cani presenti in Italia va dai 19.800.000 ai 29.800.000. Numeri analoghi per i gatti. Sono 490 i Comuni che dichiarano di aver dato lettori di microchip in uso al personale, per un totale di 784 lettori: in media 1,6 per amministrazione.