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Bel primo tempo con il Torino, poi la difesa ha respinto tutti gli assalti dei granata
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Alla faccia dei catastrofisti e dei detrattori di Ranieri, anche quest’anno la Sampdoria archivia con largo anticipo la pratica della salvezza. Che non è ancora matematica, ovviamente, ma virtuale sì, visti i 35 punti in classifica dopo la vittoria sul Torino.



Ottenuta con molta fatica, è vero, senza lo straccio di un gioco autentico, ma la sfida con i granata ha confermato proprio questo: tra le squadre di quello che io personalmente chiamo il calderone di mezzo, gli equilibri sono molto labili e sottili. Tra Samp e Torino non c’è una gran differenza di valori, dunque non trovarsi oggi al loro posto – e non essercisi mai trovati – ha un peso ed un valore.



La Sampdoria ha disputato un primo tempo accettabile, il bel gol di Candreva (bravissimi prima Augello e poi Gabbiadini a propiziarlo) e il palo di Quagliarella hanno legittimato il vantaggio dei blucerchiati. Nella ripresa è stata tutta un’altra musica, con la Samp che si è rintanata abbassando il baricentro e senza mai ripartire.



D’accordo il merito degli avversari, con l’acqua alla gola e costretti a venire fuori, ma si poteva e si doveva fare meglio. C’era quasi l’impressione che si aspettasse il Torino, in procinto di pareggiare da un momento all’altro.



Ma un po’ la bravura dei difensori della Samp (specie i centrali), un po’ l’imprecisione degli avanti granata hanno mantenuto il risultato sull’1-0 sino al termine. Audero non ha dovuto compiere miracoli, pur essendo costantemente sotto pressione.



Alla fine la vittoria ci sta tutta e ci stanno i tre punti, che risarciscono anche un po’ la Sampdoria della beffa subìta con il Cagliari.



Ora serve davvero poco per arrivare alla meta. La partita ha anche ribadito l’eclissi di Silva e l’immalinconimento di Keita in panchina (ma volitivo quando è entrato), rilanciando invece Candreva che, pur a strappi, sta facendo il suo.



La prossima sarà col Milan, una trasferta che può essere affrontata senza l’acqua alla gola. Non è certo una Samp che entusiasma, che può mirare all’Europa, ma non avere mai patito e non patire in classifica le pene sofferte nel corso della stagione da concorrenti similari (Genoa, Udinese, Fiorentina, Cagliari, Bologna, Torino stesso) è un biglietto da visita che Ranieri può esibire senza falsi pudori.



E in barba a coloro che lo hanno fatto passare per un pensionato di lusso, dai vertici societari a molti tifosi ultra esigenti e nostalgici di una Sampdoria che non esiste più da tanto tempo.