cronaca

Tra una sentenza e l'altra, l' azienda frena i pagamenti dell' indotto
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"Le incertezze e la preoccupazione, sia per il pagamento dei servizi effettuati sia per la prosecuzione del lavoro, ha spinto molte imprese di autotrasporto a ridurre drasticamente, se non a interrompere, l'erogazione dei servizi".


Lo segnala Trasportounito in una nota, intervenendo sulla crisi di ArcelorMittal, l'ex Ilva di Genova.

"Il Governo deve fornire un chiaro e univoco indirizzo di prospettiva e contemporaneamente deve tutelare le imprese e i lavoratori che rischiano di pagare pesantemente tutte le incertezze e l'inadeguatezza palesata
dalle Istituzioni", si legge.

Secondo l'associazione, fra sentenze, aule dei tribunali, accordi non rispettati e imprevedibilità del progetto industriale, la situazione presenti risvolti paradossali: "a fronte di un accordo del 10 dicembre scorso del quale Invitalia avrebbe dovuto intervenire nel capitale sociale, emerge oggi una celata volontà di rimischiare le carte e ciò consente, ad ArcelorMittal, fra una sentenza e l'altra, di avvalersi di qualsivoglia giustificazione per frenare sui pagamenti dei corrispettivi all'indotto degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure e Genova".

Il valore delle scelte sarà strategico per il futuro del Paese, afferma Trasportounito. Di certo a oggi c'è chi paga immediatamente il conto della crisi dell'ex Ilva. E, guarda caso, sono le imprese di autotrasporto che ormai da lunghissimo tempo non ricevono il pagamento per i servizi dei quali hanno
anticipato i costi.