porti e logistica

Intervista alla presidente della Commissione Trasporti alla Camera
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Autostrade, i trasporti in Liguria, la diga del porto di Genova, il tunnel della Val Fontanabuona, la Pontremolese, il raddoppio ferroviario del Ponente ma anche il nuovo Governo Draghi, Renzi e il futuro politico di Italia Viva e le elezioni a Savona. Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha parlato a 360 gradi di tutto nel nuovo appuntamento di Terrazza Incontra su Primocanale.

"Il primo obiettivo come presidente della commissione Trasporti alla Camera è quello di avere il completamento del raddoppio ferroviario del Ponente - spiega Paita -. Tra le varie opere per la nostra regione si tratta di quella più facilmente realizzabile. Ci sarà un commissario, ruolo che verrà ricoperto da Vincenzo Macello, in questo caso servirà trovare i 1500 milioni che mancano per realizzare il raddoppio". Nel sogno della presidente della commissione ci sarebbe anche quello di realizzare strade alternative rispetto all'autostrada tema però che ricade nelle competenze della commissione Ambiente.


In queste ore la Liguria e il nodo di Genova a causa della chiusura della galleria Monte Galletto sulla A7. Ancora una volta i liguri fanno i conti con i problemi, a pagarne le conseguenze soprattutto il mondo dell'autotrasporto. "Temo che questa situazione durerà ancora tanto - precisa Paita -. E' sbagliato infatti raccontare che si risolveranno in tempi brevi. Tutta questa situazione durerà se non ci sarà una programmazione convincente. Il primo tema è l'investimento di nuovi tratti dell'Aurelia bis che vanno realizzati e poi ci sono altri temi importanti come la Gronda che spesso in passato diversi partiti hanno fatto arenare. Facciamola partire e nel mentre gestiamo la fase transitoria con una politica adeguata per quanto riguarda i trasporti".

La presidente della Commissione Trasporti torna sul ruolo strategico per il Paese ricoperto dalle grandi opere come volano per l'economia: "Il tema della logistica è sempre stato al centro della nostra politica. Senza uno sblocco delle grandi opere non risuciremo a produrre effetti concreti. Il settore della logistica ha avuto un calo del fatturato. Da parte nostra c'è una proprosta legata alla semplificazione accompagnato da un progetto sul tema della portaulità che ho inviato a tutti i presidenti dei porti. In primo luogo la semplificare per i dragaggi, poi uno snellimeno delle procedure di pianificazione in capo alle autorità portauli, in terzo luogo bisogna dare concretezza all'attuazione di un sistema di dogane in modo da permettere alle merci di entrare e uscire dai porti in modo molto più rapido" precisa Paita.





Un altro tema che sta molto a cuore a Paita è quello del tunnel della Val Fontanabuona. Opera attesa da un territorio intero che vederebbe quel progetto come l'occasione per rilancio e crescita. "Purtroppo è rimasto immobile anche per colpa delle istituzioni locali che non hanno ripreso in mano il dossier che è rimasto impantanato. La cosa da fare a mio avviso è sbloccare la Gronda e nelle opere compensative far rientrare anche opere quasi il tunnel per la Val Fontanabuona in modo che possano essere recuperate aree produttive che aspettano da troppo tempo. Oltre al tunnel penso anche alla viabilità alternativa e a i temi della portulità".

Altra opera che la Liguria aspetta per la sua crescita è quella legata alla nuova diga foranea di Genova. Qui il timore da più parti è che subisca uno stop. "Per fare questa opera è difficile quantificare le risorse necessarie, diciamo che un primo lotto funzionale potrebbe più o meno richiedere 900 milioni, ad oggi questi 900 milioni non ci sono. ci sono circa 500 milioni presenti nel Recovery Plan. Ora il nostro assillo è di avere gli altri 400 necessari. Il ministero dello scorso governo aveva annunciato circa 350 milioni di disponibilità, però poi di atti concreti non ne ho visto".

Altro tema centrale nel discorso sui trasporti e i collegamenti da e per la Liguria è quello della ferrovia oltre Appennino, ovvero la tratta Tortona-Milano, senza un potenziamento il rischio è vanificare altre opere come il Terzo Valico. "Questo è un problema molto serio, l'opera doveva essere dentro il Recovery plan, lo avevo proposto - precisa ancora la presidente della Commissione Trasporti alla Camera -. E' tutta questa visione che ha portato alla crisi di Governo, quando hai 209 miliardi da usate bisogna sapere bene come usarli in modo da creare sviluppo e crescita. Ad oggi la riconversione del Recovery plan potrebbe anche subire delle modifiche sostanziali". Paita sostiene e preme anche per la creazione di una grande centrale di progettazione "capace di riunire il meglio che abbiamo nel nostro Paese" in modo da dare una priorità e una logica alle grandi opere utili allo sviluppo dell'Italia.


Spazio nel corso dell'intervista anche alla politica. L'esecutivo Draghi è appena nato nel panorama politico italiano, a dargli vita con la crisi di Governo è stato Matteo Renzi. Raffaella Paita di Italia Viva commenta: "Mi auguro che ci si sia una riduzione del peso di sovranisti e populisti, me lo auguro sia a livello italiano che a livello europeo. La costruzione di di un assetto istituzionale di tipo maggioritario mi auguro ci sia nei prossimi anni. Il futuro dell'ex premier Conte? Non ci occupiamo del suo destino. Renzi non so se sapesse che sarebbe arrivato Draghi (quando ha aperto la crisi di Governo ndr). Sicuramente Renzi ha lavorato per evidenziare ciò che non andava bene nell'esecutivo. Questo Paese non può vivere con il reddito di cittadinanza. Il punto è riformare il meccanismo del reddito di cittadinanza. Credo che Draghi per quello che ha dimostrato di fare è la migliore delle garanzie che potevamo avere".

E sulla possibilità che ritorni il tema delle grandi riforme Paita spiega parlando della riforma costituzionale voluta da Renzi e poi bocciata dagli italiani nel corso del referendum: "Penso che il Paese abbia sprecato una grande occasione. Noi possiamo intervenire ora almeno con una nuova legge elettore. Con Draghi forse si è aperta una Quarta Repubblica, è stato un big bang" conclude Paita.