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La questione del prolungamento del ciclo a carbone dell'impianto
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"La negata chiusura da parte del Mise della centrale Enel a carbone di La Spezia certifica la distanza abissale tra il sogno ideologista ambientalista della maggioranza a trazione grillina e la realtà che si impone con cui dovranno iniziare presto a fare i conti". Lo dichiara in una nota il senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega.

"Inebriati dall'euforia dei numeri, i grillini insistono nell'incrementare gli obiettivi per accelerare la transizione energetica, come il maggior taglio della CO2 al 2030, la maggiore penetrazione delle rinnovabili, ma senza tener conto dei processi, dei tempi e dei vincoli che occorrono per raggiungere determinati risultati", continua Arrigoni. "Ma la realtà prevale alle loro utopie visionarie: occorre garantire sicurezza e funzionalità del sistema elettrico nazionale".

"Oggi - spiega Arrigoni - la centrale di La Spezia, da 500MW, non può essere spenta perché si registrano ritardi nello sviluppo delle reti elettriche di trasmissione e, soprattutto, il fallimento dello sviluppo delle rinnovabili che in termini di potenza installata dovrebbero più che compensare - visto la loro non programmabilità - le dismissioni della capacità di generazione delle vecchie centrali. Il disastroso esito del 3° bando del DM FER1 lo ha evidenziato: meno di un terzo dei 1.300 MW di potenza incentivabile (tra fotovoltaico, eolico e idroelettrico) sono stati oggetto di domande in posizione utile!".

"Purtroppo ora ad andarci di mezzo sono le comunità locali, come quella spezzina, che a causa dell'inadeguatezza di chi ci governa dovranno ancora subire l'inquinamento e oggi giustamente pretendono garanzie per tutela della loro salute e dell'ambiente", conclude il Senatore della Lega. (ANSA).