cronaca

Da Facebook al tribunale, le Valli Stura e Orba non si arrendono
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Da un gruppo Facebook ad una class action contro Autostrade, così l'iniziativa della Valli Orba e Stura cerca di approdare in tribunale: il primo round contro Aspi si è concluso con un rinvio dell'udienza per l'ammissibilità della causa a data da destinarsi poiché secondo il giudice è necessario nominare prima un giudizio collegiale. Ma il dibattimento potrebbe aver luogo addirittura a Roma, dove ha sede l'azienda, anche se l'idea non piace al comitato spontaneo.

"I disagi noi non li abbiamo subiti a Roma, ma li subiamo tutti i giorni da troppo tempo in A26", commenta a caldo Giacomo Oliveri, coordinatore del gruppo Fb Viabilità Valli Stura e Orba. "Restiamo in attesa e speriamo che questa ipotesi venga scongiurata". Anche perché a Roma non è facile avere chiaro il quadro della situazione quotidiana. "Ogni volta che si parte sappiamo l'orario di partenza, ma non quello di arrivo. Puoi trovare un cantiere che restringe la carreggiata a due o una sola corsia, per non parlare del fatto che di notte in caso di emergenza l'ambulanza deve percorrere il passo del Turchino a causa delle chiusure notturne".

E i centinaia di residenti della vallata sarebbero disposti a ritirare l'udienza se l'avvocato difensore di Autostrade, Ugo Ruffolo, di solito dalla parte dei consumatori, accogliesse il loro invito volutamente provocatorio. "Faccia la nostra vita, venga a vivere a nostre spese a Rossiglione il giorno prima dell'udienza e provi a partire un'ora prima per raggiungere il tribunale: se arriva in tempo, valuteremo di farci da parte", ha detto Oliveri. "Tenete conto che da Masone al Tribunale di Genova c'è solo un semaforo, ma le incognite lungo il percorso sono molteplici. Ci ha stupito, poi, trovare il legale dalla parte dei 'potenti' questa volta, noi parafrasando De André abbiamo commentato la notizia dicendo 'più che l'onore poté il digiuno'". 


La volontà, del resto, non è solo quella di ottenere risarcimenti economici per tutte le ore di vita perse in coda. "Vogliamo che questo diventi un precedente tale per cui Autostrade sappia che in qualsiasi parte d'Italia e in ogni momento un gruppo di cittadini organizzato possa fare come noi, scoraggiando comportamenti del genere della società nei prossimi anni".