“Per la fretta, dopo aver effettuato operazioni irregolari in autoproduzione, si è arrivati persino a far ripartire una nave con i nostri operai ancora a bordo”: lo raccontano i sindacati, furibondi con il management del Terminal San Giorgio. I lavoratori hanno proclamato uno stato di agitazione che, se la situazione “irrespirabile” che si vive sulle banchine non sarà sanata, porterà a forme di protesta più decise. Il terminal è gestito dal gruppo Gavio, un colosso internazionale attivo nelle concessioni autostradali (è il quarto operatore al mondo), nelle costruzioni e nella logistica.
“E’ una situazione che va avanti da anni – spiega Mauro Scognamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria – e sulla quale dobbiamo intervenire: l’azienda è totalmente irrispettosa delle corrette relazioni sindacali e ama le prove di forza. Recentemente sono state apportate modifiche al modello operativo e agli orari di lavoro, senza nessuna condivisione con il personale. Il morale nel terminal è davvero basso, se l’azienda non cambia linea comportamentale dovremo organizzare nuove forme di protesta”.
Per i sindacati i rapporti tesi sono causati, più ancora che dall’amministratore delegato Maurizio Anselmo, dal comportamento dei suoi quadri intermedi: un gruppo di lavoro che rende “pesante l’aria nel terminal”.
Uno dei problemi di fondo è, spiegano i rappresentanti dei lavoratori, l’ampio ricorso all’autoproduzione: si tratta di una pratica illecita, già sanzionata e repressa dall’Autorità portuale in diversi terminal genovesi, che si sostanzia nell’utilizzo dei marittimi delle compagnie di navigazione nelle operazioni di scarico delle merci, che sono invece esclusivo compito del personale del terminal o della Compagnia Unica. C’è poi il nuovo orario che proprio non piace e che, scrivono i sindacati, “va verificato anche dal punto di vista del rispetto delle norme contrattuali”.
“La maggior parte dei lavoratori non è stata messa in condizione di svolgere le proprie mansioni con la serenità dovuta per un lavoro gravoso ed impegnativo come quello portuale – dichiarano Fabio Ferretti, Massimo Rossi e Duilio Falvo, rispettivamente Filt Cgil Fit Cisl e Uiltrasporti - Negli ultimi anni, all’interno del Terminal San Giorgio, si è registrato un numero di licenziamenti nettamente superiore rispetto a tutte le altre realtà portuali. Anche dal punto di vista della sicurezza si sono resi necessari frequenti interventi dei rappresentanti sindacali per ricomporre situazioni di pericolo che, solo per casi fortuiti e per la responsabilità dei lavoratori, non sono sfociati in incidenti gravi”.
“Consideriamo l’attuale situazione inaccettabile – concludono i rappresentanti dei lavoratori - e siamo pronti, come sempre, a intraprendere qualunque azione sindacale si renda necessaria per la tutela dei lavoratori del Terminal San Giorgio”. Il 15 gennaio si è tenuta, infatti, un’assemblea dei lavoratori che, nel confermare lo stato di agitazione, ha ribadito la necessità di mandare un segnale forte alla dirigenza dell’azienda in modo che questi atti unilaterali cessino: “Il clima all’interno del terminal non è più sostenibile”.
porti e logistica
"Aria irrespirabile" al terminal San Giorgio. I sindacati: "Qui succede di tutto"
I lavoratori sono in stato di agitazione e pronti allo sciopero
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