cronaca

Le immagini di un salvataggio a 1400 metri di altitudine
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Il vero protagonista, coccolato e adorato da tutti, si chiama Ice, che in inglese vuol dire ghiaccio, quale nome più azzeccato per il cane che salva le persone disperse sotto le valanghe. Lo conosciamo nel prato, erba nascosta sotto quasi due metri di neve, alle falde del monte Penna, a 1400 metri di altitudine accanto alle cosiddette casermette, che oggi sono diventate un rifugio di legno e vetri.



Tutto è neve, solo neve, dietro una montagna bianca spuntano due orecchie nere, quelle di un cavallo che vive lì. Me le fa notare Fabrizio Masella, presidente del Soccorso Alpino della Liguria. Insieme ad una squadra di ragazzi senza età causa mascherine, mostra a “Presa diretta” (in onda venerdì alle 20 e domenica alle 14.30) come Ice salva una persona sepolta da una valanga “in una zona dove non c’è alcun segnale telefonico quindi se succede qualcosa si può sapere solo quando la persona non rientra a casa”. C’è la motoslitta per prestare soccorso a chi si perde e pensare che nel 2020, nonostante il Covid e la quarantena, ci sono stati tanti interventi quasi quanti nel 2019, cioè 328 contro 338. E in pochi giorni del 2021 già cinque tra cui due “ciaspolatori” che si sono persi nella neve sul monte Ramaceto. 


 
C’è lo zaino con le loro dotazioni, dalle aste componibili per sondare la neve e sentire i corpi sotterrati, alla pala smontabile, a un apparecchio che emette e riceve segnali per individuare grazie a un suono chi, escursionista, possiede lo stesso strumento. 


 
Ci sono gli sci con la pelle di foca, che oggi di foca non è più ma è sintetico, per arrampicarsi fuori sentiero nella neve con attacchi speciali che lasciano, volendo, il tallone libero: anche solo girare in un punto stretto diventa una prodezza ginnica (che vi insegneremo).


 
L’appello è ad andare per monti armati di prudenza, buon senso, con le dotazioni giuste e guardando le previsioni, per cercare di fare in modo che i salvataggi estremi si facciano solo nelle esercitazioni, che siano sulla neve, per funghi o in gita nei sentieri a picco delle Cinque Terre o del monte di Portofino.