salute e medicina

Il direttore delle malattie infettive auspica un piano B
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"In Italia stiamo viaggiando con un ritmo troppo lento con le vaccinazioni e se continueremo così finiremo nel 2025, bisogna spingere sull'accelleratore e pensare a un piano B lavorando su chi li farà ma anche sulle strutture. Sul lockdown generalizzato sono contrario, bisogna continuare sul sistema di geolocalizzazione, sono invece favorevole a un lockdown selettivo per gli anziani con orari e frequentazioni di negozi e ambienti diversificati e questo per proteggerli".


Così il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova a Primocanale durante la rubrica che vede i telespettatori protagonisti nel porre le domande agli esperti attraverso telefonate, whatsapp, Instagram e FAcebook.


"Non sono soddisfatto dal piano vaccinale perchè guardo i numeri - spiega Bassetti - il problema naturalmente non è della Regione o delle Regioni ma è, evidentemente, della struttura commissariale soprattutto il problema è della disponibilità dei vaccini perchè oggi non sappiamo esattamente quanti ne avremo. Mi auguro che con l'approvazione che dovrebbe arrivare alla fine di gennaio dall'Ema del vaccino dell'AstraZeneca e poi nei mesi successivi anche quello di Johnson & Johnson avendo quattro vaccini a disposizione si avrà un numero di vaccini maggiori".

Il problema per il direttore della clinica di malattie infettive non è tanto il numero di vaccini ma chi li farà: "Ora noi in questa fase iniziale stiamo lavorando molto bene anche in Liguria ma i numeri sono 'drogati' perchè vengono fatti negli ospedali e Rsa e quindi strutture organizzate con medicie infermieri ossia l'ambiente migliore. Siamo sicuri che la struttura commissariale metterà nelle condizioni il territorio di fare altrettanto nelle prossime settimene? Io non sono sicuro per questo ci vuole secondo me ci vuole il piano B: se il piano A è vaccinare il 70% degli italiani entro l'autunno e non ci riusciamo allora 'accontentiamoci' di vaccinare gli over 70 e tutte le persone fragili: immunodepressi, obesi, cardiopatici, diabetici. L'altro aspetto poi è come, dove vaccinarli e penso bisogna lavorare su strutture che già abbiamo come farmacie, medici famiglia, pediatri, medici di lavoro, dentisti ma non solo".


Sul lockdown generalizzato Bassetti non ha dubbi. "Io credo che dobbiamo ragionare su un sistema di geolocalizzazione
perchè quello che può andare bene per Milano può non essere valido a Roma quindi noi dobbiamo continuare a lavorare con un sistema scientifico che è quello di guardare il territorio, indice RT, riempimento ospedali pronto soccorso e terapie intensive. E' chiaro che se gli indicatori ci preoccupano dobbiamo stringere e stringere con misure che conosciamo ma dire domani Italia tutta rossa o arancione ossia dire non si può uscire è sbagliato lo abbiamo fatto a Natale e mi pare non abbia portato frutti sperati. Io credo che dopo un anno di pandemia va dato un minimo di speranza alle persone, agli operatori ecomonici, per chi va peggio è chiaro che va fatto lockdown ma deve essere mirato. Il lockdown generalizzato è barbaro non è una misura chirurgica se la si vuole prendere si può prendere ma ci sono rischi e benefici, il rischio è devastare la socializzazione e l'economia mentre beneficio maggiore controllo epidemia".


Cosa c'è da fare e non abbiamo ancora fatto? "Noi dobbiamo mettere in sicurezza gli anziani, non l'abbiamo fatto, abbiamo chiuso in casa i ragazzi ma va fatta regolamentazione trasporti pubblici dove anziani escono in momenti diversi, o diversificazione oraria per farmacie, studi medici. Chi va peggio, anche oggi, sono gli ultra 80enni e quindi sono le persone che vanno più protette da una parte con il vaccino il prima possibile e dall'altra con strumenti indiretti come lockdown selettivi per queste categorie, bisogna trovare il modo di differenziare orari e accessi degli ambienti degli anziani rispetto a quelli più giovani".