cronaca

La cerimonia simbolica nel cortile di Palazzo Tursi
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Fiamma dritta per il Confeugo 2020, un segnale di buon auspicio -si spera- per il prossimo anno. Tante le speranze che si sono accese con il fuoco di alloro nel cortile di Palazzo Tursi. Non poteva mancare anche quest'anno il tradizionale appuntamento del Confeugo: nonostante la situazione, la cerimonia è stata trasmessa in diretta su Primocanale. Niente pubblico a causa dell'emergenza sanitaria e proprio per questo motivo la cerimonia non si è svolta in piazza De Ferrari alla presenza dei passanti, ma per evitare assembramenti si è voluto organizzarla all'interno dell'atrio di Palazzo Tursi.

"Quest'anno la cerimonia assume un valore ancora più simbolico, volevamo esserci comunque in un anno così difficile e per questo abbiamo fatto il possibile per organizzare la manifestazione in sicurezza", spiega l'assessore al commercio, artigianato, grandi eventi e centro storico del Comune di Genova Paola Bordilli. "Il mio augurio per il prossimo anno è che la situazione migliori per tutti quanti e per la categoria che rappresento, quella del commercio e degli eventi che più ha sofferto in questi ultimi mesi".

Il via alla manifestazione, come vuole la tradizione, è stato dato dallo scambio dei saluti "Ben trovòu, Messê ro Duxe" (Ben trovato, signor Doge) e "Ben vegnuo Messê l'Abbòu", (Ben venuto, signor Abate), tra il sindaco e il presidente dell'associazione A Compagna, Franco Bampi. Associazione che nel 1923 ripristinò questa usanza dopo una pausa durata più di un secolo. Secondo alcune fonti storiche, la tradizione è nata nel capoluogo ligure nei primi anni del XIV secolo, ma è probabile che abbia origini ancora più antiche. La manifestazione di un tempo prevedeva lo scambio di auguri tra l'abate del popolo e il doge a palazzo Ducale: nell'occasione veniva lasciato nel cortile il ceppo di alloro e rami, chiamato confeugo da cui deriva la denominazione della cerimonia storica.

Per questa occasione, si è ricordato Amadeo Peter Giannini nato a Favale di Malvaro in provincia di Genova da una famiglia di contadini, che fu tra i fondatori della Bank of America, il primo a servirsi della pubblicità, il primo a finanziare la vendita a rate delle automobili, ma soprattutto il primo a concepire la banca come un bene di largo consumo, un servizio per tutti, e non soltanto per ricchi. "Ecco perché manifestazioni come queste sono importanti: servono a ricordare i grandi genovesi che hanno fatto la storia e a ricordare le nostre tradizioni", ha detto l'assessore alla cultura di Regione Liguria Ilaria Cavo, portando i saluti del presidente Giovanni Toti. 


I mugugni dei genovesi elencati hanno riguardato soprattutto il traffico: ogni anno, infatti, un tempo l'abate elencava i problemi della popolazione cui il doge avrebbe dovuto porre rimedio nell'anno successivo. Dai semafori intelligenti al problema delle corsie fino ai buchi nell'asfalto, il sindaco Marco Bucci si è impegnato a far rifare tutte le strade progressivamente. "Mi ghe son zeineze e no ghe mollo", così ha concluso il suo saluto in genovese. E poi a Primocanale ha detto: "Confido davvero in un anno più sereno, non solo per la nostra città, ma comunque il 2020 ha portato anche momenti importanti, dal nuovo ponte al lavoro per molti nelle partecipate". 

Il ceppo d'alloro veniva acceso un tempo acceso la notte della vigilia di Natale dal doge alla presenza di personalità dei collegi comunali e dell'arcivescovo di Genova; la cerimonia si concludeva con lo spegnimento del falò gettandogli sopra del vino, zucchero e confetti e con un banchetto gratuito presso il palazzo ducale. Negli ultimi anni, invece, si è scelta come data il sabato prima di Natale.