cultura

Intervista al giornalista corrispondente da New York di “Repubblica” e autore di “I cantieri della storia”
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“Niente più che la storia può aiutare  e risollevarci dopo la catastrofe della pandemia. Gli esempi ci sono e con umiltà  e con una buona emulazione ce la possiamo fare”.



Fiducia e ottimismo e tre parole d’ordine: ripartire, ricostruire, rinascere, sono il succo dell’ultimo libro di Federico Rampini, genovese doc, emigrato in giro per il mondo, e corrispondente da New York per La Repubblica. Titolo? “I cantieri della storia”, edito da Mondadori. E sono cantieri che cantieri partono da lontano.


“Da molto lontano – risponde Rampini che precisa “non sono uno storico ma so raccontare la storia”  in una intervista a Primocanale – addirittura dalla caduta dell’Impero Romano e soprattutto da quello che i romani seppero fare per risollevarsi e ripartire alla grande. Poi altri esempi nel corso dei secoli: il post colonialismo americano, il Giappone del dopo guerra, la rinascita americana dopo la crisi finanziaria del ’29, la svolta della Cina dopo il terrore di Mao e la violenza di piazza Tienanmen, la immensa ricostruzione europea (anche quella italiana) dopo l’ultima guerra mondiale e ora quello che si dovrà fare per ripartire dopo il Covid”.


L’ottimismo e la fiducia di Rampini sono fondati sulle esperienze
del passato, anche sul ruolo di alcuni grandi leader come Delano Roosvelt , ma la vera carta vincente “è l’umiltà nell’affrontare questa ripartenza”. “Una grande riforma che l’Italia dovrebbe varare proprio  per ricostruirsi dopo la pandemia è quella della burocrazia. Una burocrazia che oggi non é nemmeno capace di spendere i finanziamenti che ha avuto dall’Europa. Ecco l’occasione per ripensarla dalle fondamenta”.


Con una burocrazia efficiente la ricostruzione diventa più facile.


Genova ha un esempio sotto gli occhi. “Certo, con la ricostruzione del ponte sul Polcevera dopo il tragico crollo. Come dissi quando venni a Terrazza Colombo nel maggio del 2018 per una lezione al convegno organizzato da Fabrizio Parodi leader di Interglobo  sugli sviluppi del mondo, le rughe di Genova contengono sapienza. La Cina sarà ancora l’oggetto da seguire, Genova potrà giocare un ruolo strategico perché è centrale nell’economia dei traffici e dei trasporti europei”.


Si chiude il capitolo dell’austerity?


“Si per forza si deve aprire un nuovo capitolo espansivo.
La Cina, lo ripeto, sarà sempre una protagonista centrale ne futuro e il nuovo presidente degli Usa, Biden, pur non modificando molto i rapporti con i cinesi, cioè non finirà assolutamente questa sorte di guerra fredda cominciata con Trump, dialogherà con Pechino e cambierà radicalmente in meglio i rapporti con l’Europa”.