Le ultime quarantottore sono state occupate da una gara mediatica sui vaccini anti-Covid. Dopo l’annuncio della Pfizer, ecco a ruota gli altri, secondi gli americani, poi gli inglesi e i russi. E nelle prossime ore prepariamoci a vederne annunciare altri ancora. Bene. Molto bene. Uno di questi deve essere utilizzato al Polo, a 80 gradi sotto zero, l’altro dicono che possa essere conservato nel frigo insieme alle mozzarelle. Uno ha un’ efficacia del 90 per cento, gli altri del 94 e del 92. Molto bene.
La mia preoccupazione non è sull’efficacia del vaccino che sta per arrivare forse già a Natale che , osservando i successi della scienza è certa. Ma su un altro aspetto, cioè l’organizzazione della distribuzione. In particolare l’organizzazione della distribuzione nelle regioni italiane e quindi anche in Liguria.
La mia preoccupazione si fonda sull’esempio della distribuzione caotica del vaccino anti-influenzale. Prima ci hanno tartassato durante il fine estate convincendoci, giustamente, a vaccinarci appena possibile. Portando solide ragioni. Essere vaccinati significa evitare più facili confusioni tra sintomi influenzali di stagione e sintomi da coronavirus.
La campagna pubblicitaria ha avuto lo scopo di far crescere abbondantemente i disponibili alla vaccinazione, soprattutto nelle fasce fragili: anziani e malati. Ma quando la popolazione (anche in Liguria) ha scelto di vaccinarsi la dose tanto attesa non c’era più o non c’era ancora. Col risultato di una grande confusione, mista a delusione, mista a rabbia.
Evidentemente qualche cosa nell’organizzazione della distribuzione delle dosi vaccinali non ha funzionato come avrebbe dovuto. O è stata sbagliata la comunicazione che non è certamente un aspetto forte del governo.
Da qui la mia preoccupazione che, in piena pandemia magari, lo speriamo, sotto controllo, quando si affronterà la campagna di vaccinazione, l’assalto alla fialetta diventi motivo di aumento della confusione generale.
Spero vivamente che il ministro Speranza (nomen omen…) si prepari bene a tempo. Scivolare sull’ organizzazione o disorganizzazione di una complicata campagna vaccinale centralizzata come sarà sicuramente quella anti-Covid, così densa di attese, con conseguenze così importanti non solo per la nostra salute, ma sull’economia del Paese, potrebbe diventare una trappola per il governo Conte.
salute e medicina
La gara sui vaccini anti-Covid e il rischio della disorganizzazione
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