cronaca

Il 23 ha ammesso che "mi è caduto il telefono e l'ho raccolto"
1 minuto e 28 secondi di lettura
Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Luca Bottaro, il ragazzo di 23 anni che sabato sera ha perso il controllo del suo Suv piombando addosso a un gruppo di ragazzine, di cui una incinta. Lo ha deciso il gip Cinzia Perroni al termine dell'interrogatorio di convalida dell'arresto. Bottaro, difeso dagli avvocati Pietro Bogliolo e Matteo Carpi, ha ammesso di andare a una velocità superiore a quella consentita in quel tratto.


"Andavo tra i 55 e i 60 all'ora - ha detto davanti al magistrato -
quando mi è caduto il telefonino e mi sono chinato a raccoglierlo. Sono davvero dispiaciuto per quanto successo". Il ragazzo ha detto di essere sceso dalla macchina dopo l'urto e di avere spostato la moto e la macchina con il suo amico per liberare le ragazze rimaste incastrate. "Quando ho visto il sangue e la gamba rotta della ragazza mi sono spaventato. Ho pensato di avere fatto la cavolata più grossa della mia vita e sono fuggito", ha continuato.


Bottaro ha anche detto di avere pensato di togliersi la vita quella sera.
"Sono andato nel bosco e piangendo ho vagato per ore. Poi ho sentito la voce di mia sorella e di mio padre e con lei sono andato incontro alla polizia, non mi stavo nascondendo". Uno dei testimoni ha mostrato alla polizia un video che Bottaro aveva postato alcuni giorni prima mentre correva verso via Ferregiano a velocità sostenuta. Per gli investigatori delle volanti e della polizia municipale, il giovane era solito correre.


A bordo della macchina c'erano due amici che dopo essersi presentati in questura sono stati denunciati per omissione di soccorso. Secondo i tre non c'era nessun altro a bordo, mentre un testimone parla di un quarto giovane sulla macchina.