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Sotto controllo il numero delle terapie intensive
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In caso di lockdown nazionale "la Liguria non si sfilerà". La conferma arriva dal governatore Giovanni Toti, che comunque mette in guardia il Governo: "Credo che debba valutare bene l'impatto che avrà, però". La curva dei contagi cresce, quindi a mali estremi rimedi estremi. "Siamo pronti a qualunque misura. Credo che una valutazione col governo nelle prossime ore andrà fatta. C'è tutta una serie di provvedimenti che andranno prorogati", ha sottolineato Toti.

"Siamo disposti a fare tutto quello che serve e nel contempo cercheremo di non fermare l'economia". Le misure possono quindi inasprirsi, anche a breve. "Ne possiamo prendere di ulteriori sapendo però che stiamo agendo su un tessuto economico molto logorato". Quale sara' il punto di non ritorno? "Se vedessi nelle prossime ore cambiare la curva delle terapie intensive, come sta salendo ora la curva delle medie e basse terapie, mi preoccuperei seriamente", ha rimarcato il governatore ligure.

"Basiamo le nostre decisioni sul tema della saturazione ospedaliera, cosa che al momento, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive, non è stata raggiunta. Anche tutte quelle specialità mediche differibili dal Covid sono ancora aperte, non abbiamo dato ancora inizio a un piano brutale, come facemmo nella primavera scorsa, di totale conversione della nostra sanità al mondo Covid. Cerco di essere molto prudente nel bilanciare alle necessità ospedaliere gli interventi che sono socialmente ed economicamente dolorosi per una città che ha un terziario molto importante come Genova", ha aggiunto Toti.

"Sul coprifuoco ci sono idee anche molto discordi. Chiudendo tutto nelle ore già meno trafficate e in cui le fasce di cittadinanza più esposta, cioé i molto anziani e i fragili per differenti patologie, non sono normalmente quelle che si affollano fuori dai locali a fare bisboccia, non è detto che quel provvedimento, avendo un costo doloroso per le attività commerciali, abbia anche un ritorno molto positivo sulle curve", ribadisce il presidente. Nel frattempo l'ospedale Evangelico nel ponente di Genova torna a trasformarsi in covid hospital con 70 posti letto e un'altra decina dedicati alle terapie intensive.

E' possibile che nelle prossime ore si decida di convertire anche gli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte a sostegno del volume dei pazienti covid soprattutto nel ponente dell'area metropolitana di Genova, oltre che naturalmente del savonese. "C'è una pressione gigantesca sui pronto soccorso: invitiamo i cittadini che non hanno sintomi respiratori ma solo influenzali a fare affidamento ai propri medici di famiglia come da piano incrementale, stiamo aprendo tutti i reparti speciali per dare piena ospitalità a pazienti che necessitano di cure a bassa e media intensità. I posti letto negli ospedali ci sono e stiamo attivando altri 200 posti in strutture extra ospedaliere per i pazienti che hanno bisogno di cure lievi". Toti ha comunque confermato che la situazione delle terapie intensive è attualmente sotto controllo: "Mi preoccuperei seriamente solo se nelle prossime ore vedessi la curva delle terapie intensive prendere la forma di quella delle medie e basse intensità, che è molto elevata ed è su questa che ora dobbiamo agire", ha concluso il governatore ligure.