Pronti a reagire. Questo il messaggio forte e chiaro che arriva dallo stabilimento Arcelor Mittal di Genova Cornigliano. L’assenza di investimenti dell’azienda da una parte e dall’altra la poca chiarezza sulle volontà del governo hanno fatto risalire la tensione tra i reparti. “Lo stabilimento di Genova deve rimane aperto ci sono le possibilità e devono esserci anche le volontà politiche per farlo – spiega Bruno Manganaro segretario genovese Fiom Cgil - noi ci metteremo del nostro come abbiamo sempre fatto lottando e scioperando”.
“Mittal sa cosa vuole vuole – prosegue il segretario Fiom – vuole gestire questi stabilimenti alle sue condizioni sennò è pronto ad andarsene il 30 novembre pagando 500 milioni di penalità e sta già iniziando a risparmiare non investendo neanche un euro negli stabilimenti compreso Genova. Il Governo ha almeno 3-4 idee e un giorno dice che vuole entrare nella proprietà con Mittal, un giorno che bisogna cacciare Mittal, poi c’è l’ idrogeno poi no all’idrogeno sì all’altoforno: non si capisce qual è la prospettiva”.
E proprio questa insicurezza – racconta Manganaro – fa lavorare male, rende tutto più difficile.
“L'accordo di programma e la lotta devono essere i nostri riferimenti – spiega Manganaro – evitando che a Roma vengono messi in piedi dei pasticci che non danno futuro all'acciaio, alla siderurgia e poi non danno futuro all’occupazione, al reddito di questi lavoratori e questo noi non l’accetteremo mai”.
L’appello della Fiom Cgil a sostegno dell’occupazione è rivolto a tutti: “Alle istituzioni genovesi e alla città tutta se vogliono difendere il lavoro devono difendere l’accordo di programma”.
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