
In questi casi, l'iter per riprendere il possesso della propria vettura prevede l'esibizione alla Polstrada del pagamento della copertura assicurativa e quello della sanzione: il 53enne, accesa una nuova polizza, è andato nell'ufficio postale per pagare la multa. Compila e paga un bollettino da 107,60 euro, ma poi trasforma facilmente la cifra 1 in 6 e soprattutto lascia un po' di spazio davanti alla scritta 'centosette' così da poter aggiungere agevolmente un 'sei', trasformando così l'intera dicitura in 'seicentosette'. Infine, secondo quanto ricostruito, ma qui la falsificazione appare ancora più maldestra, trasforma anche la cifra 1 del timbro meccanografico della ricevuta in un 6.
In un primo momento passa indenne gli automatismi amministrativi di esibizione dei documenti, riottenendo la disponibilità dell'auto. Ma il suo fascicolo arriva all'esame dell'ufficio verbali della polizia stradale genovese dove viene riconosciuta la falsificazione e i 500 euro mancanti all'appello.
La proprietaria dell'auto e l'amico vengono convocati alla sede della stradale, e qui la confessione è immediata: adducendo problemi economici, l'uomo ammette l'evidente contraffazione. Lui non sarebbe nuovo a questo genere di reati. E' scattata la denuncia per falso e truffa, mentre la macchina torna al deposito giudiziale.
IL COMMENTO
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