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La festa e i tifosi che ancora non ci crdono
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La voce che non c'è più e la voglia irrefrenabile di urlare a squarcia gola quelle parole per troppi giorni per scaramanzia tenute nel cassetto: serie A. Dopo 99', recuperi compresi, di sofferenza esplode la gioia fuori dal Picco, in piazza Europa, in tutta la città, una città che da oggi è in serie A. L'Aquila ha spiccato il volo. Fumogeni ovunque e il bianco e nero che si prendono la scena.


"Abbiamo sofferto da morire ma così è troppo bello, non ci credo". E storia, siamo nella storia, grazie ragazzi, forza Spezia sempre". E poi quella parola e quel coro: Serie A, serie A, ce ne andiamo ce ne andiamo in serie A". E' tutto vero e l'emozione si vede nei tifosi, di tutte le età che hano invaso la città per questo giorno che entrerà di diritto nella storia.

E c'è già chi guarda al prossimo anno quando non ci saranno più Pisa, Livorno Cremonese, Cosenza e così via ma Juventus, Milan e Inter: "L'importante è battere Genoa e Sampdoria poi va bene tutto". Qualcun'altro mira molto più in alto e chiede al patron uno sforzo ulteriore: "Volpi portaci in Europa". Ma anche chi si gode la festa: "E' uno spettacolo, Aquile sempre nel cuore" . C'è anche chi ha fatto centinaia di chilommetri per non perdersi la festa: "Sono arrivato da Ginevra  per non perdere questa giirnata". "E' come babbo Natale, si aspetta tanto ma poi arriva ed è fanatstico". Spezia gioisce, è la sua notte.