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Lo sfogo dell'ex ministro all'indomani della decisione della Consulta
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"Se fossi ancora al Ministero quelli di Autostrade non l'avrebbero visto neanche col binocolo il nuovo ponte di Genova, perché sarebbe stato già concluso l'iter di revoca. Così come siamo stati in grado di vietare per legge di farglielo ricostruire, saremmo stati anche in grado per legge di evitare di riconsegnarglielo". Così Danilo Toninelli, senatore del M5s ed ex ministro delle Infrastrutture, è intervenuto su Radio Cusano Campus all'indomani della sentenza della Consulta che ha respinto il ricorso di Autostrade contro la decisione del governo di non fare ricostruire alla società il nuovo ponte di Genova.

"Prima del dettaglio giuridico c'è l'indirizzo politico, perché se tu hai un indirizzo politico chiaro poi lo traduci in decreto. In questo la ministra De Micheli delude profondamente. Questo dossier va risolto bene, nell'interesse generale e prima della commemorazione del secondo anno della tragedia, altrimenti ci saranno problemi seri. E' folle pensare che famiglie lobby come i Benetton abbiano questo potere, serve una legge contro il conflitto d'interessi e una legge che disciplini le attività lobbistiche. Se tu sei un grosso industriale non puoi avere partecipazioni in gruppi editoriali", ha proseguito Toninelli.

"Le politiche dei Prodi e dei Berlusconi che hanno regalato ai Benetton metà degli autostradali, con guadagni di 3 miliardi di euro all'anno, è ovvio che ci siano insidie, perché come fai un passetto di fanno causa. Hanno fatto ricorsi per qualunque provvedimento. Però prima del dettaglio giuridico c'è l'indirizzo politico, perché se tu hai un indirizzo politico chiaro poi lo traduci in decreto. Finchè ho partecipato ai tavoli tecnici su Autostrade ho sempre trovato un presidente Conte risoluto e convinto perché è un uomo di una profonda umanità che non ha mai accettato che una società se ne fottesse della sicurezza perché aveva come unico interesse quello di spartirsi dei dividendi enormi", ha aggiunto l'ex ministro al Mit.

E Toninelli conclude.
"Quando ero ministro venivo sputtanato quotidianamente per il fatto che stavo cercando di rimettere al centro l'interesse pubblico anziché quello privato delle lobby. Oggi mi chiedo come abbiamo potuto allearci con un personaggio squallido e volgare come Salvini. Più Salvini mi attaccava sulle infrastrutture più era chiaro che stava difendendo potentati come i Benetton".