"Due anni di latrati, ringhiare, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall'inizio: la concessione autostradale è ancora lì, gli investimenti non sono stati fatti, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui di questo governo a vario titolo e in vario modo". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine dell'inaugurazione della Casa della Salute di Quarto, commentato la decisione del governo di affidare la gestione del nuovo ponte di Genova ad Autostrade per l'Italia.
"Direi un fallimento totale su tutta la linea. A dimostrazione dell'incapacità di mantenere promesse, di cogliere la realtà, di un piano serio, ma semplicemente velleitarietà pericolosa per la nostra regione vista l'approssimazione con cui si muove questo governo", ha proseguito Toti che poi è intervenuto anche sull'ennesima mattinata di disagi sulle strade di Genova a causa della mancata apertura del tratto terminale della A7, dove si prolungano i lavori all'interno delle gallerie.
"Non ha sortito alcun effetto nessuno dei nostri documenti, esposti, ordinanze, lettere, suppliche, preghiere, invocazioni, imprecazioni. Sono sordi a ogni tipo di linguaggio, forse non parlano l'italiano. Ora proveremo a tradurre in tre lingue i nostri appelli alla ragionevolezza". Toti la settimana scorsa, oltre a un'ordinanza nei confronti di Mit e Autostrade, aveva inviato un esposto alla Procura, una diffida al ministero con la minaccia di una richiesta danni e una lettera a Stefano Bonaccini perché la questione Liguria fosse messa all'ordine del giorno della conferenza delle Regioni. "Il ministero non sta rispondendo alla 35esima lettera, appello, denuncia, istanza, ordinanza con cui chiediamo di rivedere questo piano folle", ha concluso il presidente ligure.
"Se il risultato della grande e lenta rivoluzione annunciata della De Micheli è un elenco di opere già previste e cantierabili che da mesi vengono segnalate al Mit e la riassegnazione della gestione del ponte Morandi ai nemici di Autostrade contro cui prima il governo Pd-5 Stelle ha minacciato tuoni e fulmini salvo poi piegarsi ad affidare nuovamente a quel concessionario la manutenzione e il controllo di ciò che non hanno fatto prima allora è meglio che l'Italia vada immediatamente al voto", dichiarano in una nota i deputati di Cambiamo con Toti, Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli. "La montagna ha partorito il topolino e intanto la Liguria e l'Italia soffocano sotto la burocrazia centralista e l'incapacità politica di questo governo che al netto degli annunci fantasmagorici del duo De Micheli-Conte anche oggi riserva agli italiani code chilometriche sulle autostrade che paralizzano il Paese", concludono.
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Ponte Genova, Toti: "Due anni di latrati e la concessione è ancora lì"
Per il governatore ligure si tratta di "fallimento totale del Governo"
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