Agli arresti domiciliari sono finiti la direttrice del porto turistico Carlo Riva di Rapallo, Marina Scarpino, e il presidente del consiglio d’amministrazione Andrea Dall’Asta. I fatti si riferiscono alla mareggiata avvenuta nella notte tra il 29 e 30 ottobre del 2018 in cui andarono distrutte più di 400 imbarcazioni fra yacht di lusso e natanti di varie dimensioni ormeggiate nel porto di Rapallo. A uno dei nove indagati è applicata la custodia in carcere, spiegano i carabinieri, mentre altri sette sono agli arresti domiciliari. Solo a un indagato è stato applicato il divieto di dimora nel comune di Rapallo. Notificati anche avvisi di garanzia a sette persone ritenute, a vario titolo, concorrenti nei reati contestati tra cui anche tentato omicidio e detenzione illegale di armi da fuoco.
“Piena fiducia nell’operato della magistratura, piena collaborazione, ma preciso che l’amministrazione comunale non è stata neanche sfiorata a questa inchiesta visto che non gestiva il porto Carlo Riva di Rapallo”. Queste le parole del sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco. “Pochissimo tempo fa avevo inviato alla direttrice del porto una lettera in cui la invitavo ad avviare al più presto i lavori della nuova diga, fondamentale per la difesa della città. Erano già in ritardo di un mese. Ora il nostro unico obiettivo è che ripartano velocemente. Siamo in contatto con i nostri legali e decideremo il da farsi, perché il Comune in questa vicenda è parte lesa”. Al centro lo smaltimento dei relitti di centinaia di yacht, affondati dopo la mareggiata del 29 ottobre 2018: c’è di mezzo la camorra, un omicidio colposo e diverse intimidazioni. (CLICCA QUI)
Ruolo determinante nell’attività illecita era rivestito da Pasquale Capuano, un pregiudicato che avvalendosi del metodo mafioso e millantando contatti con soggetti appartenenti alla camorra aveva promosso e gestito l’intera filiera illecita con l’intento di penetrare il tessuto imprenditoriale ligure nel settore della nautica. La misura cautelare è stata emessa a carico di sette uomini e due donne alcuni gravati da precedenti di polizia tra cui gli imprenditori, avvocati e professionisti nel settore della nautica che sono ritenuti coinvolti a vario titolo nel trasporto, nello stoccaggio, la gestione e lo smaltimento illecito di rifiuti relativi alle imbarcazioni distrutte dalla mareggiata che ha colpito la città di Rapallo a fine ottobre 2018. L’indagine riguarda gli 85 relitti gestiti dal porto Carlo Riva. Le discariche erano due in provincia di Massa Carrara e una a Giuliano in Campania: i tre siti non erano autorizzati e i documenti e le bolle erano contraffatti in modo da sembrare veri.
IL COMMENTO
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