salute e medicina

L'infettivologo genovese "d'accordo con le parole di Zangrillo"
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A marzo c'era una sfilza di ambulanze che arrivavano al pronto soccorso dell'ospedale San Martino a Genova. Il Covid-19 faceva paura. "Avevamo di fronte a noi una tigre assassina e feroce che spesso ci ha sopraffatti, oggi abbiamo un gatto selvatico addomesticabile". Lo sottolinea Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid della Regione Liguria. "E' evidente che è successo qualcosa. Il virus è meno virulento, quindi c'è meno carica virale e questo è stato dimostrato dal laboratorio del San Raffaele. E' anche mutato come avrebbe verificato il laboratorio di Brescia". Bassetti ha risposto cosi all'Adnkronos commentando le dichiarazione Alberto Zangrillo, primario dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele di Milano, che ha affermato che il coronavirus "clinicamente non esiste più".

"Ho grande stima e fiducia in Zangrillo
. E' un signor ricercatore e anestesista. E' stata forse mal interpretata la sua dichiarazione. Fondamentalmente dice che la malattia che oggi noi vediamo è molto diversa da quella che vedevamo due mesi fa. E questa non è la sensazione che ha solo Zangrillo, ma che abbiamo tutti noi che siamo sul campo. Abbiamo una infezione molto diversa a quella di febbraio-marzo. E' la presentazione della malattia che è diversa, sono i malati che arrivano al pronto soccorso che oggi sono meno gravi", aggiunge Bassetti.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il virologo Fabrizio Pregliasco.
"Zangrillo ha ecceduto nei toni" ma non è l'unico. "Uno studio di Clementi del San Raffaele, su 200 casi, ha dimostrato che la carica virale ora è inferiore", ha detto Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano. "Anche nel nostro ospedale vediamo meno casi e meno pesanti". Tra le ipotesi "potrebbe essere che questa prima ondata abbia toccato in modo più massiccio le persone più fragili e con più comorbidità". Ciò non significa che possiamo stare tranquilli. "Questo virus ci ha presi alla sprovvista. Quindi è giusto pensare al peggio". Pertanto, attenzione alla movida: "il virus ancora circola e ognuno di noi deve sentirsi potenzialmente contagioso", ha sottolineato Pregliasco.

"In Italia abbiamo decine di studi clinici pronti a partire su Covid-19, ma non abbiamo i pazienti candidabili da inserire. Sembra non esserci patologia grave e sembra non esserci grandissima circolazione del virus", aggiunge Bassetti. Gli ultimi dati della Protezione civile misurano un incremento di nuovi casi in quasi tutte le Regioni dell'0,1%. Se i dati sono positivi, "non deve essere un liberi tutti, non è questo il messaggio. La malattia è diversa da prima, ma il virus c'è ancora, per questo occorre mantenere le distanze, usare la maschiera e lavarsi sempre le mani. Queste misure almeno per il mese di giugno sono determinanti, poi potremo ragionare sul futuro quando l'epidemia sarà sotto controllo", ha concluso Bassetti

LE PAROLE DI ZANGRILLO - La polemica si è scatenata dopo le parole del professor Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano. Intervenuto in una trasmissione tv, Zangrillo ha affermato che "da un punto di vista clinico il virus non esiste più", spiegando che diversi studi dimostrano che i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale dal punto di vista quantitativo infinitesimale, rispetto a quelli eseguiti sui pazienti un mese fa". Zangrillo ha criticato "chi ha terrorizzato il Paese", sottolineando che le terapie intensive ora sono vuote. "Bisogna stare attenti, ma non ucciderci da soli" ha aggiunto, polemizzando con i pool di esperti messi insieme per l'emergenza.

LE PRINCIPALI REAZIONI - Dichiarazioni subito criticate da molti, a partire da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, che si è detto "sconcertato". "Basta vedere ogni i giorno i dati del Covi-19 nel Paese per capire che è ancora tra noi" ha detto. Diversi virologi e direttori scientifici degli ospedali che negli ultimi mesi si sono trovati al collasso, affermano che il calo dei malati è dovuto alle misure rigide che sono state messe in atto; altri, invece, sono più possibilisti sulla tesi di zangrillo. Un invito alla prudenza è arrivato però dal Ministero della Salute, secondo cui in attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, e soprattutto in vista dell'apertura tra Regioni il 3 giugno, è importante "non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute". Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico, in relazione alle affermazioni del professor Zangrillo spiega: "Attualmente il nuovo coronavirus sta circolando di meno, vale a dire che la carica virale in circolazione tra la popolazione si è attenuata e questo è l'effetto sia del lockdown sia delle misure tuttora in essere come uso delle mascherine e distanziamento: ciò ha determinato un minor numero di casi ed una minore gravità degli stessi.  Non ci sono invece al momento prove scientifiche che il virus sia mutato".