cronaca

I sindacati: "Diplomazie al lavoro, un buon pareggio"
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Accordo firmato, sciopero sospeso e blocco smobilitato in ArcelorMittal a Genova. Secondo quanto rivela la Fiom, la tensione tra i lavoratori è comunque salita alle stelle dopo che l'azienda aveva informalmente comunicato ai rappresentanti sindacali l'intenzione di procedere a una serrata, che avrebbe precluso non solo il lavoro e lo stipendio ma anche la cassa integrazione. Col passare delle ore, però, la situazione è tornata a distendersi finché i rappresentanti sindacali sono stati convocati per chiudere l'accordo sul rientro al lavoro.

"In questi giorni è stato fatto un sacrificio importante da parte dei lavoratori ed è stato portato a casa un buon risultato grazie alla mobilitazione dei lavoratori in sinergia ai delegati e alle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, E' un passo importante per lo stabilimento di Genova che adesso potrà ripartire. Ma resta la gigantesca incognita sul futuro della siderurgia a livello nazionale. Aspettiamo di capire entro i prossimi 10 giorni la presentazione del nuovo piano industriale da parte di ArcelorMittal", commenta il segretario della Fim Cisl Liguria, Alessandro Vella. Il sindacalista ricorda che "Genova ha già pagato il prezzo della riconversione e lo stabilimento dovrà avere un ruolo centrale senza che i lavoratori paghino ancora".

"Le diplomazie al lavoro hanno consentito di raggiungere l'intesa sia sul versante dei numeri che della rotazione. La Uilm al tavolo ha avanzato una proposta di mediazione che, con gli arricchimenti e i miglioramenti suggeriti da parte di Fim e Fiom, ha consentito di raggiungere un accordo che concilia la prosecuzione dell'attività produttiva con le esigenze dei lavoratori. Di notevole importanza è l'aumento dei lavoratori che da 400 passano a 590 e la rotazione che interessa 800 addetti che lavorerebbero 10 giorni su 20 lavorativi", riferisce Antonio Apa, segretario Uilm Liguria.