Il momento in cui i semafori si spegneranno sembra essere sempre più vicino, ma non tutti gli ambienti del motorsport stanno vivendo la stessa situazione, come stiamo constatando in queste settimane caratterizzate dall’incertezza. La nazione e l’Europa intera stanno attraversando un momento di ottimismo ed euforia senza precedenti, ma diversi organizzatori di eventi non sono ancora pronti per tirare il tanto agognato sospiro di sollievo.
Troppi sono gli interrogativi e le incognite su una ripartenza che viene definita imminente con sempre più insistenza, ma senza aver fatto i conti con un regolamento che ad oggi necessita ancora di qualche aggiustamento e soprattutto con il decreto governativo atteso per questa settimana. Inutile giraci intorno, al momento chi si trova nella situazione peggiore sono gli organizzatori dei rallies, da diversi giorni in una sorta di limbo che al momento non sembra avere un’uscita ben segnalata. Le discipline legate alla pista, avendo molti meno problemi da risolvere, potranno ripartire con molti meno pensieri per gli organizzatori, liberi da un peso attualmente non trascurabile come la gestione del pubblico. Vero, mancheranno per loro importanti introiti dalla vendita dei biglietti, ma è una condizione necessaria ed attualmente irreversibile per far tornare auto e moto tra i cordoli.
Nessuno sa al momento se e quando potremo rivedere le auto in azione sulle prove speciali. Anche se la bilancia sembra pendere sempre più dalla parte dell’ottimismo, la maggior parte degli organizzatori preferisci non sbilanciarsi e non commentare la situazione attuale, aspettando quelle che saranno le decisioni governative e federali, che tutti si augurano possano arrivare a breve. Le ultime dichiarazioni del Ministro Francesco Boccia su un possibile slittamento per l’apertura dei confini regionali, inoltre, non hanno certo contribuito a migliorare un clima che non può definirsi sereno. In una situazione generale che sembra ormai, con tutti gli scongiuri del caso, essere in discesa, la sensazione è che un’eccezione di prudenza tipica della cultura italiana possa danneggiare ulteriormente un settore non più in ginocchio, ma ormai con la faccia a terra. Va ricordato che il mondo del motorsport non è popolato solo da appassionati o da piloti, ma soprattutto da piccole imprese che senza le gare si stanno trovando ad affrontare una situazione senza precedenti e ad oggi senza una via d’uscita.
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Rally, regna l'incertezza: tensione tra gli organizzatori
Attesa per le direttive governative e federali
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