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Polemica sul Dpcm pubblicato soltanto nella tarda serata del 16 maggio
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Dopo un braccio di ferro che ha fatto tremare l'intesa tra Governo e regioni sul nuovo step dell'uscita dal lockdown al via dal 18 maggio, un nuovo accordo è stato raggiunto in tarda notte tra Regioni ed esecutivo, presente il premier Giuseppe Conte. La riunione era partita in salita, con i governatori che minacciavano di ''far saltare il banco''. Così è andata avanti una lunga trattativa, con una prima proposta del Governo rinviata al mittente. Alla fine la soluzione è stata individuata inserendo un richiamo nella premessa del Dpcm al protocollo unitario delle regioni, che verrà poi allegato al testo del Dpcm nella sua interezza. ''La verità è che alcuni governatori hanno paura delle responsabilità e volevano più garanzie, però Stefano Bonaccini'' che è il presidente della conferenza delle Regioni, ''è stato bravo e la maggior parte dei presidenti ci ha aiutato a chiudere'', sostengono fonti di governo.

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''Bisogna rivedere i poteri tra Stato e Regioni
e più molti più poteri alle Regioni. Primo perché se fosse per questo Governo il 18 maggio non apriremmo quasi nulla, sono state le Regioni a ottenere il via libera per la nostra economia. Secondo, perché se fosse per questo Governo i nostri negozianti, albergatori, artigiani, ristoratori, sarebbero nelle mani di qualche scienziato un po' troppo zelante e di linee guida di chi non ha mai visto un'impresa", aveva detto il governatore ligure Giovanni Toti dopo le comunicazioni con cui il premier Giuseppe Conte ha scelato i contenuti del Dpcm che di fatto inserisce il Paese nella Fase 3 dell'emergenza coronavirus.

"Se avremo regole applicabili è solo grazie alle Regioni. Se oggi il Covid è sotto controllo e quotidianamente monitorato lo si deve allo sforzo della sanità delle Regioni, non certo a un Governo ondivago che si è accorto più tardi dei territori che si doveva chiudere. E più tardi che si deve riaprire. Aggiungo, un Governo non votato da nessuno, mentre nelle Regioni i cittadini hanno votato i propri governatori. E speriamo che non si voglia, ora che tutto riapre, vietare il voto dei cittadini anche per questi", ha proseguito Toti.


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Il Decreto del Presidente del Consiglio è arrivato solo alle 22.15.
Per Toti "l'ennesima brutta figura di un Governo che dovrebbe scusarsi coi tanti cittadini che aspettano di sapere cosa fare lunedì mattina, come capirete non è colpa nostra''. Un Dpcm che fa seguito al report del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità che di fatto ha dato il via libera per la ripartenza, confermando il trend positivo della Liguria con un indice R con zero pari a 0,48. "Ma non abbassiamo la guardia: usiamo le mascherine, manteniamo le distanze di sicurezza, laviamoci spesso le mani e facciamo tutto quello che serve per tenere sotto controllo questo mostro che ci ha aggredito così da poter tornare al più presto alla vita normale".

Toti ha firmato l'ordinanza per lo smaltimento dei dispositivi protezione individuale, che prevede sanzione da 300 euro fino a 3mila euro per chi abbandona per terra la propria mascherina dopo averla utilizzata, in quanto potenzialmente infetta. In merito alle riaperture previste da lunedì 18 maggio, ha poi aggiunto che "i sindaci potranno con ordinanze sindacali assumere decisioni più restrittive, ad esempio per quanto riguarda le spiagge libere o i mercati rionali, ritardandone la riapertura di qualche giorno e stabilendo determinate condizioni. Ma dalla mezzanotte di domenica, 17 maggio, sarà sostanzialmente consentita la libera circolazione dei nostri cittadini su tutto il territorio regionale, quindi l'uso delle seconde case, degli orti, delle imbarcazioni con la possibilità di muoversi per qualsiasi ragione senza bisogno dell'autocertificazione", ha concluso il governatore ligure.


IL DECRETO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI