Oltre 200 negozi e pubblici esercizi a Nervi, quartiere del levante genovese, hanno messo in atto una particolare forma di protesta per portare all'attenzione della cittadinanza e della politica la difficile situazione economica in cui versa il settore del commercio a causa dell'emergenza Coronavirus. "Siamo chiusi ma ci siamo!", il cartello comparso sulle vetrine. "Abbiamo tenuto le serrande alzate e le luci accese, ma i negozi erano chiusi", spiega Tiziana Ravano, presidente del Civ Nervi Mare, una delle organizzatrici della manifestazione. "C'è stata grande partecipazione pur senza creare assembramenti e abbiamo avuto la solidarieta' di tanti clienti che, insieme a noi, hanno mostrato cartelli e striscioni". La condizione dei commercianti di Nervi unisce le due problematiche del commercio urbano e di quello basato sul turismo.
"Siamo un quartiere non centrale, per noi è fondamentale l'arrivo di turisti dal vicino Piemonte o dalla Lombardia, inoltre quest'anno non potremo contare sullo svolgimento del festival estivo", continua Ravano. I negozianti e gli esercenti, ma anche i gestori di stabilimenti balneari, piscine e strutture turistiche chiedono più aiuti economici e linee guida chiare per la riapertura. "Non abbiamo ancora informazioni ufficiali su quante persone potremo far entrare e come nei nostri negozi, anche se si parla di ripartenza il 18 maggio, come dobbiamo attrezzarci?", conclude l'organizzatrice della serrata.
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