salute e medicina

Drastica diminuzione dei casi 'liberi' tra la popolazione
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Il responsabile prevenzione di Alisa ne è sicuro: il coronavirus ha perso forza in Liguria. "Il quadro generale dei casi positivi della nostra regione ci dà una diminuzione frutto di due componenti: la prima è una drastica diminuzione dei casi 'liberi' tra la popolazione, che rappresentano ormai meno del 50% del totale; la seconda è la permanenza di una frazione significativa di positivi tra ospiti e operatori della Rsa. Ma quest'ultimo dato influisce meno sull'andamento del contagio nella fase 2", ha detto Filippo Ansaldi, responsabie prevenzione dell'azienda ligure sanitaria.

Numeri che si affiancano ai casi più critici. "Il dato dei pazienti in terapia intensiva in Liguria sembra stabile ma, in realtà, presenta un miglioramento. Non ci sono nuovi casi che arrivano dal pronto soccorso e si complicano, ma casi di pazienti già positivi che necessitano di interventi chirurgici per svariati motivi e hanno bisogno di un posto letto protetto", ha detto il coordinatore del dipartimento di Emergenza Urgenza dell'Azienda ligure sanitaria, Angelo Gratarola. "Nelle prossime settimane anche il dato dei pazienti in terapia intensiva dovrebbe spegnersi, a meno che non ci sia un ritorno di afflusso dai pronto soccorso che non ci auguriamo. La situazione è confortante".

La Liguria si conferma tra le regioni del nord che nel primo trimestre del 2020 hanno registrato la mortalità più bassa a causa della pandemia da Covid-19. Lo indica il rapporto sulla mortalità della popolazione residente a cura dell'Iss e dell'Istat, pubblicato il 4 maggio. L'analisi ha preso in considerazione il primo trimestre del 2020 rispetto alla media dello stesso periodo del quinquennio 2015-2019, tenuto conto che la diffusione geografica dell'epidemia è stata molto più elevata al nord rispetto al centro e sud Italia. (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE)


La Regione ha confermato che dalla prossima settimana la eseguirà 3mila tamponi al giorno. Uno sforzo che sarà possibile grazie all'arrivo, presso l'ospedale San Martino di Genova, di un nuovo macchinario consentira' di arrivare alla cifra di almeno 3mila tamponi al giorno. "Nulla viene smobilitato, ma anzi stiamo implementando e costruendo un sistema di controllo da un lato e di sicurezza dall'altro, che ci faccia dormire sonni tranquilli e in modo che qualsiasi cosa accada la risposta clinica sia pronta ad intervenire", ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

"Siamo la regione che ha più terapie intensive per numero di abitanti in Italia.
Abbiamo passato la giornata ad aumentarle ancora per arrivare a 350 tra terapie intensive e sub intensive per 1 milione e mezzo di abitanti. Il rischio zero è un esercizio statistico, non c'è neanche la mattina quando ci alziamo dal letto: noi dobbiamo passare dall'epoca dei divieti all'epoca delle regole", ha aggiunyo Toti. "Le regole devono essere conosciute dai cittadini, dobbiamo avere un impianto pronto a dare risposte che è fatto sì di tamponi ma soprattutto di ospedali e di medicina del territorio. Oggi quando vediamo a crescere il contagio è soprattutto per i cluster chiusi e per le Rsa".

Nel frattempo sarà presto possibile
tornare a visitare in condizioni di sicurezza i propri cari nelle rsa. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale. "Abbiamo ricevuto numerose richieste di riaprire gli ingressi nelle residenze sanitarie assistenziali. Alisa ha licenziato un iter per consentire gli ingressi nelle rsa con una serie di cautele e misure di precauzione per preservare gli ospiti e il personale". Viale ha confermato che la Liguria nell'attuale situazione rispetta i nuovi dati posti dal Ministero della Salute per rientrare nelle regole della fase 2 "siamo ottimisti di rientrare in questi parametri, siamo ottimisti che da oggi la nostra Regione possa rientrare nelle regole della fase 2".

La procura di Genova ha acquisito la lettera aperta scritta dai gestori delle case di riposo della Liguria nella quale hanno affermato che venne chiesto loro di curare gli ammalati per il coronavirus nel loro ambiente. I magistrati del gruppo Salute e lavoro, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, hanno avviato una serie di approfondimenti per capire se vi siano responsabilità su questo aspetto. L'accertamento rientra nell'inchiesta generale per epidemia colposa, affidata ai carabinieri del Nas, guidati dal maggiore Massimo Pierini.