cronaca

L'università non si ferma nelle sue attività di ricerca scientifica
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Adattatori per trasformare le maschere da sub Decathlon in respiratori e protezioni per i medici, ma anche protesi per maniglie in modo tale che le porte possano essere aperte col gomito. In questi giorni di emergenza Coronavirus, una squadra di tre giovani dottorandi dell'Università di Genova guidata dal professor Niccolò Casiddu stanno provando a ricreare questi due tipi di supporti che già in altre regioni sono state sperimentate.

"L'università di Genova non si ferma: le attività di ricerca scientifica proseguono regolarmente anche se con le dovute precauzioni secondo le disposizioni del Dpcm", spiega Luca Sabatini, portavoce del rettore. "Il progetto che stanno portando avanti questi ragazzi è per dire che l'Università in caso di necessità si mette a disposizione di Regione Liguria e della Protezione Civile per contribuire ad aiutare secondo le proprie competenze".

"Cinque ore per trasformare una maschera da sub in un respiratore
, mentre tre per creare una protesi per le maniglie", spiega Francesco Burlando, dottorando che con Xavier Ferrari Tumay e Annapaola Vacanti sta verificando la fattibilità di utilizzare le 27 stampanti del laboratorio informatico del dipartimento di Architettura e Design. "Ci auguriamo che non ci sia bisogno in Liguria di questi dispositivi, ma nel caso siamo disponibili a produrli". Il progetto del riadattamento delle maschere arriva da Isinnova insieme al FabLab di Brescia e i ragazzi lo stanno replicando in laboratorio, secondo le specifiche del file. 


Un contributo importante quello dei giovani, che su Facebook si scambiano opinioni tramite il gruppo "Maker 3D Ligura maschere supporto per ospedali" assieme ad altri colleghi. In un edificio vuoto senza i suoi studenti, in questi giorni tutti a casa per proseguire con la didattica online, il team sta sperimentando la produttività delle stampanti che "solitamente servono per la didattica, quindi hanno specifiche diverse rispetto a quelle di altre aziende", specifica Burlando. "E si spera che possano tornare ad essere presto uno strumento per imparare".