
Il capo della Polizia ha poi aggiunto: "fino al 24 di marzo come sistema di sicurezza abbiamo controllato oltre due milioni e mezzo di persone e abbiamo rilevato 110 mila comportamenti non corretti". Tuttavia, ha osservato, "ai miei uomini ho detto che dobbiamo essere rigorosi ma anche umani. Non solo nelle modalità, ma anche comprendere che cittadini sono bersagliati da disposizioni non sempre omogenee. I furbi vanno perseguiti con estremo rigore, ma c'è una parte di cittadini che vive in condizione di necessità che non sempre trova riscontro in un modulo”.
"I nostri uomini e le nostre donne delle forze dell'ordine statali, delle forze locali di polizia e delle nostre forze armate sono impegnati per la battaglia di spezzare la catena del contagio. Ovviamente i medici, i paramedici e le strutture sanitarie stanno salvando le vite e dobbiamo tutti ringraziarli, ma c'è una battaglia che dobbiamo combattere tutti che è, appunto, quella di spezzare la catena del contagio che è il motivo delle tante, e a volte vissute con sofferenza, disposizioni che limitano le nostre libertà, ha concluso Gabrielli
IL COMMENTO
Bravo vescovo Savino! Il referendum come “custode della democrazia”
Nella Genova più "salata" caccia al centro dimagrito