
L'emergenza Coronavirus non può interrompere questo importante supporto reciproco e anzi dall'emergenza possono nascere nuovi bisogni e nuove opportunità di auto-mutuo-aiuto. “Il momento che stiamo vivendo è una maxi esercitazione di auto-mutuo aiuto”, sostiene lo psichiatra Giorgio Schiappacasse, membro dello staff degli Stati generali dell'educazione. “Il Covid-19 ci ha spinti ad aiutarci l'uno con l'altro, sia rispettando le regole che ascoltandoci e incoraggiandoci, anche con iniziative come i concerti dai balconi. Essere costretti a stare chiusi in casa crea disorientamento e solitudine – un altro virus della nostra società – ma può essere un'occasione per fermarsi e riflettere”.
Di qui la proposta del Comune, che consiste nell'attivare gruppi organizzati, con regole precise, ad esempio realizzare uno o due incontri virtuali settimanali da un'ora e mezza, per discutere anche di come si sta vivendo ai tempi del Coronavirus. Un'altra regola è di lasciare un ‘posto sospeso’, cioè di non aprire il gruppo solo alla cerchia di amici o di persone che già si conoscono, ma di cercare di includere membri esterni. I benefici, secondo lo psichiatra Schiappacasse, sono notevoli: “L'ascolto degli altri e di sé stessi, senza giudizi, è una palestra emotiva che aiuta a trovare energie che prima non si sapeva nemmeno di avere”.
IL COMMENTO
Meloni, Salis, i commenti sessisti e il doppiopesismo della politica
Siri quasi Papa e le “frecce” di Fortebraccio. Il conclave non parla come la politica