cronaca

L'appello del governatore
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 "È indispensabile spiegare ai cittadini, con messaggi univoci e non confusi, che non si possono affollare le seconde case arrivando dalle regioni dell'area 'arancione' come sta accadendo qui. Non si può vivere questa fase di emergenza come se si fosse in vacanza e riversarsi sulle spiagge, godersi il sole, riempire locali". Lo afferma Giovanni Toti, governatore della Liguria che aggiunge: "Noi vogliamo bene a tutti quelli che arrivano nella nostra regione, per carità, ma ora va evitata il più possibile una rapida propagazione del virus che non sarebbe affrontabile con numeri non proporzionati alle nostre forze.

La Liguria ha un sistema sanitario tarato su una popolazione di un milione e seicentomila persone, non duecentomila in più. Non potremmo curare assieme al meglio chi qui arriva e chi risiede", "abbiamo emanato un'ordinanza, ma non possiamo andare a controllare casa per casa, non possiamo chiudere le seconde case, non abbiamo i poteri e i mezzi. Ma chi è qui e arriva dalle zone rosse deve stare in quarantena il tempo necessario. Una cosa è chi si muove per lavorare e mantenere la famiglia, altra chi viene a prendere il sole a Portofino perché le scuole sono chiuse ed é 'vacanza'. Questo deve essere il messaggio valido per tutte le regioni, non si va ognuno per sé". Dovrebbe farlo il governo?

"Purtroppo dal governo sono arrivati messaggi contraddittori e scelte comunicative confuse. Non è il momento di fare polemiche e non le facciamo, ma si fanno tante riunioni in conferenze call in cui si discute di poteri da accentrare, e intanto si assiste a fughe disperate di migliaia di persone nella notte e assieme a masse di persone che fanno tutte assieme l'happy hour. Diamo un'idea abbastanza schizofrenica del Paese". E conclude: "Prima si accorcia l'emergenza sanitaria e prima si può pensare a limitare i danni. Adesso, per dire, sarebbe assurdo pensare di recuperare in poco tempo il turismo con campagne ad hoc, o dare appeal al made in Italy, visto che praticamente ci fermano alle frontiere: servono ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori dei settori colpiti, serve la sospensione di oneri e tributi, serve liquidità immediata per le aziende che annaspano. Poi servirà un gigantesco piano di investimenti pubblici, quello che tanti chiamano il modello del Ponte di Genova: e questo significa che nella leale collaborazione istituzionale, si dovranno dare poteri pari a quelli dei commissari straordinari ai presidenti delle Regioni e al sindaci