Palazzo di giustizia a Genova resterà parzialmente chiuso ad avvocati e pubblico fino al quattro aprile. Le nuove disposizioni sono state adottate oggi dal presidente della Corte d'appello Maria Teresa Bonavia e dal procuratore capo Francesco Cozzi dopo che un magistrato si è messo in autoisolamento perché ha avuto contatti indiretti con una persona risultata positiva al Coronavirus. Le nuove regole prevedono il "divieto d'accesso ai legali e al pubblico presso tutte le cancellerie e tutti gli uffici del tribunale tranne che per il compimento di attività o il deposito" di atti urgenti e non prorogabili. Chi accede dovrà però provare la necessità del compimento di attività collegate alle attività inderogabili. E' anche vietato l'uso degli ascensori a più di due persone alla volta.
Già questa mattina, il personale si era attrezzato sbarrando gli accessi agli uffici mettendo banchetti davanti le porte per consentire la consegna di documenti e atti a un metro di distanza. Le udienze delle direttissime sono state spostate al quarto piano, lontano dalle camere dove vengono tenuti i detenuti. Le rappresentanze sindacali del tribunale però sono sul piede di guerra.
"Non sono stati forniti i più elementari presidi medici - si legge in una nota - come gli igienizzanti e le sanificazioni. I lavoratori non si ritengono tutelati: ci sono colleghi immunodepressi e altri che vengono a lavoro dalle zone rosse. Chiediamo alla dirigenza di avere il coraggio anche morale di assumere provvedimenti che siano decisivi ricorrendo, se è il caso, anche a una drastica riduzione della presenza del personale in ufficio".
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