Il voto finale della Camera sul decreto Milleproroghe ha messo un punto a favore dello Stato nel rapporto con Autostrade per l’Italia sulle concessioni. L’articolo 35, la norma più pesante economicamente e politicamente, è rimasto cosi com’era. Con 315 a favore e 221 contrari, il Governo ha incassato la fiducia ponendo le basi per un testo blindato al Senato visto che i 60 giorni per la conversione in legge scadono il 29 febbraio. (LEGGI QUI)
Il decreto segna la via maestra dunque per la revoca delle concessioni autostradali. Una decisione che ormai mette fianco a fianco il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, convinto più dalla necessità di tenere unito l’esecutivo che da convinzione morale sulla pessima gestione a senso unico (verso le loro casse) del gruppo Atlantia in capo alla famiglia Benetton. Ora che la revisione delle penali per la revoca delle concessioni autostradali diventa più favorevole allo Stato e che il rinvio dell'aumento dei pedaggi si va concretizzando, lo scontro in maggioranza con Italia Viva si fa cruento.
Il partito di Matteo Renzi è all’angolo. Dopo l’apertura dell’opposizione, Lega in testa, alla revoca delle concessioni, i renziani sono rimasti l’ultimo baluardo ostinato e contrario per il mantenimento di un privilegio certificato dal ministero dei Trasporti: “Per dimensioni, soldi e durata questa concessione non ha eguali in tutta Europa”, dicono a Roma. Con un iter avviato da Toninelli, il governo Pd-M5s ha preparato il terreno della revoca cercando di parare i colpi giuridici definendo cosa spetta al concessionario e cosa allo Stato in termini di penali e risarcimenti. (LEGGI QUI)
Atlantia in via formale e Italia Viva in sede parlamentare avevano chiesto al governo Conte di rimuovere l’articolo 35 dal decreto Milleproroghe come condizione per il proseguimento della trattativa sulla revisione della concessione. Ma col passare dei giorni è apparsa chiara la volontà dell’esecutivo di lasciare il testo nella sua versione originale, nonostante le pressioni ogni giorno più forti di Matteo Renzi che all’interno della stessa maggioranza ha cercato di fare il bello e il cattivo tempo con continue minacce di crisi. I suoi emendamenti sono stati però bocciati tutti.
Palazzo Chigi è pronto alla revoca delle concessioni e alla resa dei conti col partito del suo precedente inquilino, che (forse non a caso) in Liguria viene chiamato ‘Italia Morta’. Il premier Conte non vuole più attendere perché dal crollo di Ponte Morandi sono trascorsi ormai 19 mesi. E, cosa non da poco, si avvicina il giorno delle elezioni regionali con un sentiment palpabile di feroce antipatia collettiva nei confronti di chi ha presumibilmente provocato la tragedia per negligenza sui controlli. Per ‘Italia Morta’ “non si può revocare una concessione in modo così temerario”. La famiglia Benetton non ha mai chiesto scusa per le 43 vite inghiottite dal crollo di un ponte che doveva salvaguardare. (LEGGI QUI)
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Concessioni, in maggioranza tutti d'accordo sulla revoca ad Autostrade... tutti tranne Renzi
Per ‘Italia Morta’ "non si può revocare una concessione in modo così temerario”
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