
Poi l'esternazione choc a pochi giorni dalla messa in pagina, "ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola" pronunciata in una trasmissione radiofonica. "Difficile far finta che non fosse successo niente, chiudere un occhio e separare le cose - scrive il direttore Maria Elena Viola nel suo editoriale - difficile anche rinunciare a un lavoro che ha messo in gioco tante persone chiedendo a ciascuno tempo, fatica, creatività, entusiasmo, cura, organizzazione e dedizione". E allora si è presa la decisione di ospitare un'intervista a Toscani, dandogli l'occasione di precisare una dichiarazione che ha scatenato una serie di polemiche e di cui lui per primo ha colto l'inadeguatezza, non rispecchiando il suo reale pensiero.
"Mi è uscita male, purtroppo - risponde spiegando il senso della frase incriminata -. Non intendevo dire: chi se ne frega di un ponte che cade, ma chi ci guadagna. Nessuno. Né le vittime, naturalmente. Né i presunti colpevoli, come se potessero speculare su una cosa del genere. Un dramma di quella portata è una ferita non solo per Genova, ma per l'Italia. Tutti ci abbiamo perso qualcosa". E lancia un'ipotesi di progetto per la città offesa dal crollo: "Mi piacerebbe fare un intervento di immagine sulla città collegato all'architettura. Sto ragionando su qualcosa da stampare sul cemento. E' un'idea ancora vaga, ci sto lavorando e mi piacerebbe coinvolgere Parma, che quest'anno è capitale della cultura. Ma non voglio che sembri che lo faccio per farmi perdonare. Non m'interessa il perdono degli altri, io rispondo a qualcosa di più importante: la mia coscienza". Toscani entra nel merito anche del licenziamento da Benetton: "Una scelta che capisco. Mi dispiace perché eravamo tornati a fare belle cose insieme"
IL COMMENTO
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