cronaca

Il fotografo torna sulla frase choc pronunciata alcune settimane fa
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Le scuse per la frase infelice sul ponte Morandi di Genova le confessioni di un artista e uomo spesso scomodo, sia per le sue opere sia per le sue esternazioni e la fashion story esclusiva ideata per celebrare la felicità. Tutto questo è Olivero Toscani sul numero di Elle in uscita oggi, giovedì 20 febbraio. Un servizio che doveva segnare in primo luogo il ritorno del fotografo sulla testata per la quale ha realizzato, fin dalla fine degli anni '70, numerose copertine e servizi moda caratterizzati dalla sua tipica cifra stilistica dinamica, ottimista e di rottura.

Poi l'esternazione choc a pochi giorni dalla messa in pagina, "ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola" pronunciata in una trasmissione radiofonica. "Difficile far finta che non fosse successo niente, chiudere un occhio e separare le cose - scrive il direttore Maria Elena Viola nel suo editoriale - difficile anche rinunciare a un lavoro che ha messo in gioco tante persone chiedendo a ciascuno tempo, fatica, creatività, entusiasmo, cura, organizzazione e dedizione". E allora si è presa la decisione di ospitare un'intervista a Toscani, dandogli l'occasione di precisare una dichiarazione che ha scatenato una serie di polemiche e di cui lui per primo ha colto l'inadeguatezza, non rispecchiando il suo reale pensiero.

"Mi è uscita male, purtroppo - risponde spiegando il senso della frase incriminata -. Non intendevo dire: chi se ne frega di un ponte che cade, ma chi ci guadagna. Nessuno. Né le vittime, naturalmente. Né i presunti colpevoli, come se potessero speculare su una cosa del genere. Un dramma di quella portata è una ferita non solo per Genova, ma per l'Italia. Tutti ci abbiamo perso qualcosa". E lancia un'ipotesi di progetto per la città offesa dal crollo: "Mi piacerebbe fare un intervento di immagine sulla città collegato all'architettura. Sto ragionando su qualcosa da stampare sul cemento. E' un'idea ancora vaga, ci sto lavorando e mi piacerebbe coinvolgere Parma, che quest'anno è capitale della cultura. Ma non voglio che sembri che lo faccio per farmi perdonare. Non m'interessa il perdono degli altri, io rispondo a qualcosa di più importante: la mia coscienza". Toscani entra nel merito anche del licenziamento da Benetton: "Una scelta che capisco. Mi dispiace perché eravamo tornati a fare belle cose insieme"