cronaca

Dopo lo sciopero delle scorse settimane
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Presidio dei lavoratori Leonardo in via Sestri a Genova, preoccupati per il futuro delle attività genovesi del gruppo specializzate nel settore civile, in particolare automazione e informatica. "Genova non si vende", è scritto nel volantino distribuito dai lavoratori ai cittadini.

Dopo lo sciopero delle scorse settimane
e il volantinaggio, è stato organizzato un incontro coi rappresentanti della Regione Liguria nella sede di piazza De Ferrari "per chiedere con forza alla politica di farsi carico delle prospettive industriali del sito genovese del principale gruppo italiano dell'alta tecnologia". Lo segnala Cgil Genova in una nota.

"Da Elsag Bailey a Leonardo,
senza dimenticare i licenziamenti dei colleghi ex Marconi ceduti ad Ericsson, l'industria dell'alta tecnologia genovese ha sempre pagato un prezzo alto", ricorda ancora il volantino distribuito. "Leonardo è una delle grandi aziende sestresi. Si tratta di ciò che è nato dalla fusione tra Elsag e Marconi, pezzi fondamentali della storia dell'industria a Genova".

"Da parte di Leonardo c'è la volontà di svendere
una quota di queste attività, con la concreta possibilità che venga messo a repentaglio un presidio fondamentale dell'industria genovese, oltre che le prospettive future di centinaia e centinaia di famiglie. Sestri ha sempre difeso la sua industria, Fincantieri ne è un grande esempio. La rappresentanza sindacale unitaria di Leonardo Genova invita la cittadinanza a stringersi anche in questo caso attorno ad una delle sue 'fabbriche', una delle eccellenze tecnologiche che contraddistinguono il nostro territorio", conclude la nota.