cronaca

Il vice sindaco: "Non abbiamo i fondi per mantenere le strade"
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Fino ad ora abbiamo parlato di verde che non viene sfalciato, di alberi sempre più alti che incombono sulle strade, di asfalto bucato e Comuni che spendono soldi raccolti a fatica per garantire servizi che fino a ieri erano garantiti dalle Province abolite dalla riforma Delrio, come la salatura delle strade comunali e il passaggio degli spazzaneve, oggi esternalizzati per forza. Ma oggi aggiungiamo un tassello ben più preoccupante: ci sono anche problemi di sicurezza.


Lo scopriamo a Rezzoaglio, comune della Val d’Aveto, la cui agguerrita vice sindaco Manuela Casaleggio, racconta a Primocanale che “ci sono diverse strade comunali in situazioni critiche, perché noi siamo una piccola realtà e non abbiamo fondi per manutenzionarle. Come il ponte di Villapiano, (vedi foto) che sembra stia in piedi per miracolo, transennato, inclinato, sollevato a metà carreggiata. Costerebbe 600mila euro metterlo in sicurezza ma come facciamo noi che abbiamo un bilancio da un milione in tutto? E quindi siamo andati a Roma per provare a trovare risorse in qualche meandro... del resto non devono esistere cittadini di serie A e B” dice sconsolata la vice sindaco che come il collega Massimo Casaretto, primo cittadino di Carasco, teme lo spopolamento delle campagne senza strade adeguate: “Si fa tanto parlare di entroterra, di rivalorizzazione ma così non è possibile”.

Cita poi altri esempi di cattiva gestione delle strade: la 586, ex provinciale oggi statale, in carico ad Anas da un anno circa, pensate, presidiata giorno e notte al km 33 (costa Figara) da uomini Anas che analizzano gli strumenti che monitorano una frana che si trova sotto il manto stradale, da un lato letteralmente sospeso nel vuoto, “e se dovessero mai chiudere questa, sarebbe la fine perché la Vald d’Aveto sarebbe spaccata in due”, e della provinciale di Alpepiana, anche in questo caso segnata da un ponte da manutenzionare.

Senza dimenticare il ponte di Gramizza, in Comune di Santo Stefano d’Aveto, chiuso da Anas per problemi strutturali il 6 novembre, fine prevista il 30 novembre, poi posticipata al 31 dicembre, poi al 31?gennaio e oggi veniamo a sapere sa Anas stessa, i primi di marzo. Con i residenti e i commercianti della zona, soprattutto ristoratori, che lamentano che “gli affari vanno male, qui viviamo sul passaggio e con il ponte chiuso non passa più nessuno. Come mai ci vogliono tanti mesi per metter a posto un ponte di sei metri?” dicono in coro Enzo Fugazzi e i suoi compaesani.

Il vice sindaco di Rezzoaglio chiude con un esempio che molto spiega “della burocrazia... pensi che ci abbiamo messo tre mesi per avere il permesso da Anas a mettere qualche luminaria natalizia sulla statale 586”. Tutto detto. Tre mesi per due lumini