
L'avvio della procedura di revoca spetta di fatto al Mit, che - con una lettera ai concessionari, in questo caso Autostrade per l'Italia - aprirebbe una fase di contraddittorio al termine della quale decidere sull'effettiva decadenza del contratto, da sigillare con un decreto interministeriale Infrastrutture-Mef. Al di là delle technicality e della norma del Milleproroghe che permette il conferimento ad Anas della gestione temporanea dei tratti interessati dalla revoca, l'intenzione di Di Maio sembra comunque essere più che esplicita. Ribadita peraltro dal M5s, che porta a esempio il caso Spagna come utile precedente: da oggi alcune concessioni di Abertis (controllata proprio da Atlantia), scrive il Movimento sul suo blog, non sono state rinnovate, con il passaggio in mano pubblica della gestione di alcune superstrade e autostrade.
L'attacco del ministro arriva mentre Autostrade deve fare i conti con le conseguenze politiche del crollo di parte della volta della galleria Bertè sulla A26 tra Ovada e Masone, avvenuto il 30 dicembre. Convocata d'urgenza a Roma dal ministro alle infrastrutture Paola De Micheli nell'ultimo giorno del 2019, Autostrade ha confermato che dal primo gennaio le verifiche sui viadotti sono state affidate a un consorzio internazionale esterno guidato dalla multinazionale Bureau Veritas. Intanto, Autostrade dice di aver concluso le attività di controllo su tutti i 1943 ponti e viadotti della rete mentre sta per terminare il programma di monitoraggi dei cassoni.
La situazione autostradale comunque resta sotto attenta osservazione in Liguria e desta notevole preoccupazione soprattutto quando il lavoro, specie in porto a Genova e a Vado Liguria, riprenderà a pieno ritmo.
IL COMMENTO
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