cronaca

Da una differente interpretazione del "Decreto Salvini"
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Il giudice civile del tribunale di Imperia ha ordinato al Comune di Sanremo di dare la residenza a un ucraino di 20 anni, richiedente asilo politico. Si tratta del primo caso in provincia di Imperia. Il legale del giovane straniero ha presentato richiesta di provvedimento d'urgenza e il giudice, in attesa della decisione nel merito, tenendo presente il cosiddetto "fumus boni iuris" ovvero il potenziale pregiudizio per lo straniero, nell'attesa di una definizione del procedimento, ha deciso di accordare la residenza. In questo modo, il ragazzo, che lavora regolarmente come operaio, potrà ottenere anche la carta di identità, aprire un conto in banca e regolarizzarsi.

La vicenda è legata a una differente interpretazione del cosiddetto "Decreto Salvini". Da una parte c'è quella più restrittiva del Comune, secondo cui la residenza non può essere accordata agli stranieri, la cui domanda di asilo sia ancora pendente; dall'altra c'è l'interpretazione più estesa, secondo cui la residenza non può essere data con procedura accelerata e cumulativa (l'esempio della cooperativa che spedisce i nominativi di tutti richiedenti al Comune), ma non può neppure essere negata, se chiesta con singola procedura.