cronaca

Il ministero vieta il transito dei mezzi pesanti ma il concessionario non risponde
3 minuti e 53 secondi di lettura
Le verifiche ei controlli sui viadotti gestiti da Autostrade per l'Italia sono sempre più nel mirino, non solo a Genova e in Liguria ma anche da altre parti d'Italia. Oltre ai ponti della A26 e della A12 l'allarme è scattato anche in Abruzzo. Sul viadotto Cerrano della A14, poco a Nord di Pescara. Lungo l'infrastruttura potrebbe verificarsi la stessa identica situazione accaduta sulla Genova-Gravellona Toce lunedì 25 novembre.

Quando di fatto il tratto tra l'allacciamento alla A10 e Masone venne interdetto al traffico per permettere i controlli sullo stato di salute dei viadotti Pecetti e Fado Nord. La gestione del Cerrano e della Autostrada Adriatica da parte di Autostrade per l'Italia è finita già in passato nell'occhio del ciclone per gallerie non a norma, lavori in corso continui e ponti sequestrati.

Ora, vista la situazione, si potrebbe arrivare allo stop al traffico. La notizia trapela dopo un weekend di braccio di ferro tra l'ufficio ispettivo territoriale (Uit) del ministero delle Instrastrutture. Da Roma è arrivata la decisione di vietare il transito ai mezzi pesanti nel tratto interessato, misura però che Autostrade non ha adottato. Così le carte sono finite alla Prefettura di Teramo, che ha il potere di disporre lo stop al posto del gestore. A breve potrebbero arrivare novità.

Sulla situazione del Cerrano, Autostrade assicura che "c'è un monitoraggio continuo e le analisi effettuate evidenzierebbero che non esistono rischio statico". Decisamente di altro avviso l'ufficio ispettivo del ministero che con il responsabile Placido Migliorino evidenzia la presenza di due distinti problemi. Il primo riguarda le cerniere che uniscono le campate che risultano secondo il Mit ammalorate e ossidate tanto da non garantire la loro resistenza in caso di terremoto, Con l'Abruzzo zona altamente sismica. Il secondo problema riguarda la presenza nelle vicinanze di una frana che tocca le sottofondazioni dei piloni.

Il crollo di ponte Morandi e le 43 vittime del 14 agosto 2018 hanno fatto partire le indagini sui report. Per la tragedia del viadotto sul Polcevera gli indagati sono 74 tra dirigenti e tecnici di Autostrade, Spea Engineering e ministero dei Trasporti con Autostrade e Spea indagate per responsabilità amministrativa. Negli scorsi mesi la procura ha anche fatto fare una consulenza al proprio esperto su altri sei viadotti: il Sori (A12), sul Bisagno (A12), il Veilino (A12), il Letimbro (A10), il Gorsexio (A26) e lo Scrivia (A7). Poi si è aggiunta la vicenda della A26 con il Fado Nord e il Pecetti. Nel mezzo il caos traffico e i disagi e danni economici creari al sistema Liguria, con il mondo portuale penalizzato da quanto avvenuto. 

Intanto il Consiglio regionale della Liguria ha indirizzato un messaggio chiaro ai concessionari autostradali: stop ai disagi al traffico a causa dei cantieri indispensabili a ripristinare e fare manutenzione sulla rete ligure. Un messaggio che viene recapitato tramite l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno che punta il dito su Autostrade per l'italia e Autostrada dei Fiori. Il documento impegna la Giunta Toti "ad attivarsi presso i concessionari autostradali affinché i lavori necessari sulla rete ligure siano effettuati in modo da causare i minori disagi possibili e prevalentemente durante gli orari notturni fatta salva la garanzia della pubblica incolumità".


E nel frattempo Autostrade per l'Italia annuncia di aver concluso domenica "con esito positivo" le prove di carico sui viadotti Pecetti Sud e Fado Nord sulla A26: "hanno dimostrato che il livello prestazionale e la sicurezza dei due viadotti sono pienamente confermati", segnala Autostrade che sottolinea quindi di aver inviato alle strutture di vigilanza del Mit i risultati delle prove.Il test di carico è consistito nel posizionamento simultaneo di 16 autocarri, disposti consecutivamente lungo i 37 metri di campata, ciascuno del peso di 30 tonnellate per un peso complessivo di oltre 480 tonnellate. Un carico che equivarrebbe alla presenza contemporanea di 400 utilitarie ferme su un’unica campata e che risulta superiore di oltre il 75% alla media del peso presente sui viadotti nei momenti di picco di traffico. Il peso e le modalità adottate per la prova di questi quattro giorni, realizzata seguendo le informazioni presenti nei documenti originari di collaudo, hanno riprodotto esattamente la tipologia di collaudo che venne effettuata subito dopo la costruzione delle opere. L’esito delle misurazioni ha dimostrato che i livelli di abbassamento dell’impalcato registrati sono analoghi a quelli misurati durante il collaudo originario. Alla fine del test, quando i carichi sono stati rimossi dai due viadotti, il valore dell’abbassamento è tornato prossimo a zero, a dimostrazione del comportamento elastico delle due opere e del loro stato di conservazione.