porti e logistica

Il convegno di Spediporto a Terrazza Colombo
8 minuti e 45 secondi di lettura
Blue economy, porti e logistica, ambiente e rilancio del tessuto produttivo e finanziario della città con sguardo attento al tema delle infrastrutture e a quello della tutela ambientale con il focus concentrato sulla Valpolcevera e il suo futuro. Al centro la proposta di Spediporto di portare avanti il progetto della zona logistica semplificata. E' stato questo il tema del convegno che si svolge a Terrazza Colombo a Genova organizzato da Spediporto.


Tra i partecipanti il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Signorini, il presidente dell'Aeroporto di Genova Paolo Odone, il presidente degli industriali di Genova Giovanni Mondini, il segretario generale della Camera di Commercio di Genova Maurizio Caviglia, il presidente di Spediporto Alessandro Pitto e il direttore generale sempre di Spediporto Giampaolo Botta. Si è discusso di Genova, del suo porto e del futuro della Valpolcevera. Focus sulla necessità in città di opere infrastrutturali come il terzo valico e il nodo ferrroviario. Dal dibattito è emersa la necessità da parte di operatori, istituzioni e addetti ai lavori di attirare nuovi investimenti in città. 


GLI INTEREVENTI:

Alessandro Pitto, presidente di Spediporto: "Stiamo lanciando un'idea progettuale particolare perchè crediamo che Genova abbia un'occasione di rilancio, in particolare nella logistica e crediamo che lo stesso possa fare la Valpolcevera che potrebbe sfruttare molte aree inutilizzate. Spazi interessanti perchè permetterebbero di catturare una quota delle merci, penso che la merce debba poter viaggiare rapidamente attraverso un porto. Crediamo che queste attività possano essere un volano per la città. Una città portuale come Genova è una finestra sul mondo. Tecnologia e logistica sono due settori che si stanno avvicinando tantissimo, sono ormai due ambiti interconnessi. Per quanto riguarda l'aspetto green, nessuno di noi vuole fare della Valpolceverea un'area destinata al deposito di contenitori. Bisogna andare a cercare clienti di un certo tipo e bisogna essere in grado di offrire. Bisogna portare avanti un progetti di pianificazione e programmazione per attirare risorse e investimenti anche da parte di grandi gruppi internazionali.

Giovanni Toti, presidente Regione Liguria:
"Stiamo cercando di sfruttare la tragedia di ponte Morandi anche come opportunità di rilancio per la città, è quello che stiamo facendo sia sul breve che sul lungo periodo. C'è bisogno di un progetto, c'è bisogno ad esempio di una mappatura attenta per capire esattamente quali sono le aree che si possono usare. C'è comunque da considerare che alcune aree appartengono ai privati. I nostri porti stanno crescendo, crescono in numeri: per numero di teu, per crociere e turismo. Poi occorre che il modello di crescita che stiamo portando avanti prosegua e unisca tutti i comparti della città: serve l'investimento del pubblico, nei prossimi dieci anni è previsto una cifra importante per delle opere strategiche come il nodo ferroviario e il terzo valico, però a tutto questo non ha corrisposto un grande investimenti da parte dei privati, serve creare un polo della logistica che sia capace di completare con gli altri del Mediterraneo, dell'Europa e del mondo. Serve certamente visione, coraggio e lungimiranza. Due sono le cose per essere più efficienti: uno è completare un piano di infrastrutture e in questo caso serve ridurre i tempi. Due serve semplificare tutte le procedure e un sistema del credito che finanzi le imprese".

Paolo Emilio Signorini, presidente del Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale:
"Dal momento che il crollo di ponte Morandi si è verificato, ha anche permesso di dare una risposta. Il privato come quasi sempre fa guarda i segnali, se vede che una realtà territoriale è in grado di evolvere allora è capace di aggregare lo spirito imprenditoriale. Quello che si nota è che Genova ha un grande porto schiacciato tra città e mare. La prima urgenza è stata creare una migliore viabilità rispetto a quella precedente al crollo del ponte. Quando sarà pronto, avremmo il ponte, poi avremmo nei prossimi anni anche una serie di opere importanti come la ferrovia che ci permetterà di migliorare ulteriormente questo aspetto. C'è comunque un problema di intermodalità da affrontare. Genova deve migliorare il traffico ferroviario. Oltre a questo bisogna valutare l'insieme delle aree vicino a Genova, parlo di quelle che si trovano nell'entroterra tra Genova il basso Piemonte e la Lombardia e poi bisogna considerare anche tutto ciò che è legato al retroporto. Se porto e città non dialogano è la fine. nei fatti per la città sono arrivati tanti soldi. A breve arriveranno 23 milioni per il tema della zona logistica semplificata e della velocizzazione dei flussi, abbiamo un tesoretto non insignificante. Abbiamo avuto molto e molto chiederemo ancora. Noi a breve faremo una serie di opere nell'area di Sampierdarena: faremo appalto c'è un appalto da 131 milioni di euro che verrà terminato il suo percorso entro la fine dell'anno, nei primi mesi del 2020 inizieranno i lavori. Entro due-tre anni dovrebbero finire: pensa ad esempio a Varco Etiopia in quota, gate di ponente, prolungamento della sopraelevata, accessibilità al Bettolo, riqualificazione della galleria ferroviaria di molo nuovo. La fase di appalto è una delle più delicate".


Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio di Genova:
"L'occasione deve essere colta per poter rilanciare tutta l'area. Il modello Genova deve diventare un risarcimento dopo il danno che abbiamo subito con il crollo del ponte. Tutti noi il giorno del crollo abbiamo pensato che sarebbe stato un anno orribile. Poi abbiamo visto come il sistema sia stato in grado di dare un certo tipo di risposta. Ora dobbiamo fare in modo che ci sia un grande parco ma che sia compatibile con dei luoghi dove si fanno studi e ricerca e dall'altra parte di avere una quota green che possa essere collegata alla logistica. Genova, il 13 agosto non aveva un sistema di viabilità ottimale. E poi c'è il tema dell'immateriale che ci permette di una semplificazione burocratica".

Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario alla Ricostruzione: "La Valpolcevera ha un interesse strategico per quanto riguarda la logistica e tecnologia. Questi due canali permetteranno alla Valpolcevera una crescita nei prossimi anni. Da una parte c'è il progetto di rigenerazione urbana del quartiere che sorge dove un tempo c'era il ponte Morandi. Sul lato Ovest ci sono una serie di aziende che vogliono investire, da questo punto di vista c'è la spinta per creare la 'robot valley'. Ci sono dei programmi e dei progetti molto forti. Il discorso logistico è anche molto importante. La Valpolcevera può funzionare benissimo come retroporto per la lavorazione delle merci e la rispedizione delle merci, non deve funzionare come un deposito, quelli vanno fatti o vicino alle navi o molto più lontano perchè non devo interferire con la vita delle persone. Si può fare un retroporto, ma un retroporto intelligente. Il nodo ferroviario e il Terzo Valico sono opere fondamentali per la città. Ero già preoccupato nel 2016 quando sono arrivato e ho visto che il nodo si era fermato. L'accordo c'è ma il progetto non parte perchè manca il commissario e ci sono altre cose da sistemare. Il nodo ferroviario deve essere collegato al terzo valico e collegato alla gronda. Un'altra opera fondamentale è la diga foranea. La città ha bisogno del porto e il porto ha bisogno della città".

Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova: "Rispondendo all'intervento del presidente Toti dico che è ovvio che l'investimento privato arriverà nel momento in cui è messo nelle condizioni di poter arrivare. C'è molto interessa sulla Liguria, e oggi vede un disegno organico che parte dal porto e si dipana verso al Valpolcevera e oltre. Oggettivamente il decreto Genova consente di realizzare opere che permettono di ridisegnare la città. Il progetto di Spediporto prevede l'attuazione della zona logistica semplificata. E' tutto propedeutico a portare investimenti privati. Investimenti ne stanno arrivando. La riqualificazione della Valpolcevera c'è stata negli anni 80, oggi c'è un'altra opportunità ma che portarono una riduzione dell'occupazione oggi invece vedo la possibilità di portare occupazione. L'istituzione della zona logistica semplificata che è un progetto che va avanti, ha una sua importanza e una sua validità. Avere una semplificazione per gli investitori vale come avere un incentivo fiscale".

Paolo Odone, presidente dell'Aeroporto di Genova: "Siamo tutti più o meno d'accordo sulle opportunità di sviluppo che ci sono per la città. Come ha detto Renzo Piano, non è importante solo il ponte ma tutto quello che ci fai sotto. La Valpolcevera sta soffrendo in un modo pauroso, a seguito della rivoluzione industriale ha fornito i lavoratori, poi con la crisi di quel sistema sono rimasti gli scheletri e acquisiti dalla speculazione per farci i centri commerciali. Nel giro di pochi anni il Terzo Valico sarà finito, la grande azione ora è pretendere da Rfi che la Tortona-Milano venga quadruplicata perchè se arriviamo a Milano in 45 minuti riempiamo la città. La zona logistica semplificata è una grande idea. Gli investitori ci sono, lo abbiamo visto. Mi pare chiaro che è una iniziativa che, soprattutto se fatta ad alto livello, importante. Dal punto di viste dell'Aeroporto noi chiediamo un costante interessamento degli spedizionieri magari portando investitori internazionali. Intorno alla aeroporto va fatto grande lavoro di razionalizzazione dell'area, pensiamo ad esempio all'autoparco".

Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto: "Stiamo assistendo che tutti i grandi porti stanno portando avanti delle opere di ingegneria materiale e immateriale sempre più importanti. Chi sta re-ingegnerizzando i porti lo sta facendo in un ottica di conciliare attività produttività e urbanistica, anche green tra realtà industriali, logistiche e cittadine. Il progetto che abbiamo presentato ci affascina e trova l'appoggio di operatori e istituzioni. Noi proponiamo un modello di Genova che non metta sempre porto e città in un progetto che re-imposti la città in tutte le sue sfaccettature. Parte della capacità produttiva dello scalo si brucia nel momento in cui è soggetta ai controlli, serve velocizzare i tempi e recuperare capacità competitiva e tempi adeguati. Bisogna semplificare tutta la parte burocratica è fondamentale perchè favoriscono gli investimenti. Ci sono già grandi investitori, ma possono essercene ben di più. Genova è diventata punto di riferimento dello shipping del centro dell'Europa".