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Enrico Letta è tornato, con forza, nell’arena politica nazionale: archiviati la celebre frase di Matteo Renzi “Enrico stai sereno” e il passaggio della campanella con cui l’ex presidente del Consiglio si congedava da Palazzo Chigi, trascorso il lungo periodo parigino da professore de ‘L’Ecole d’Etudes Politiques’, ora Letta è di nuovo al centro del dibattito politico italiano.


Per farlo ha scelto il sistema più contemporaneo possibile, il social network Twitter, e il bersaglio più grosso a disposizione, Matteo Salvini: prima qualche retweet mirato, come quello in cui si vede una foto del leader della Lega davanti al Cremlino con indosso una t-shirt con il volto di Vladimir Putin, poi un affondo diretto.

“Grazie ai #socialmedia le bugie di #Salvini su #Savoini e #Russia han retto un minuto. Lui che tanto li usa ha reagito pensando di poter insabbiare come facevano negli anni pre-internet. E ha fatto peggio. Bastan queste bugie in democrazia per obbligo dimissioni di #MinistroInterni” ha scritto Letta poche ore fa sul proprio account personale.

Dimissioni, questa la parola forte, la richiesta precisa di Enrico Letta che questo martedì figura come d'onore alla prima assemblea annuale di Assarmatori, nata dalla scissione da Confitarma, in programma al Grand Hotel Parco di Principi di Roma. Con lui altri due esponenti della politica nazionale, il ministro del Turismo Gianmarco Centinaio (Lega) e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (Movimento 5 Stelle). Ad ascoltarli e interagire con loro, il top del mondo armatoriale e industriale italiano, da Giuseppe Bono (Ad di Fincantieri) a Gianluigi Aponte, fondatore e capo di Msc.

Cos’ha in mente l’ex primo ministro? Autorevoli voci di corridoio lo segnalano molto vicino a Giuseppe Conte e parlano di Letta come del più autorevole pontiere tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Se Matteo Salvini, travolto dal Russia Gate in salsa tricolore dovesse decidere di rompere con i 5 stelle, il destino del Governo Giallo Verde sarebbe segnato. e magari si aprirebbe l’ipotesi di un grande accordo Pd/5 stelle con la regia di Letta e Conte. In quel caso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovrebbe prendere in mano la situazione e, seguendo le regole dettate dalla Costituzione, dovrebbe cercare in parlamento una maggioranza alternativa.


La troverebbe? Sulla carta si, mettendo assieme i parlamentari del Movimento 5 Stelle e dello stesso Partito Democratico, magari spinti da Letta ad accettare quell’alleanza che all’indomani delle elezioni era stata rifiutata.
Del resto le condizioni politiche sono, da allora, molto cambiate: Matteo Renzi, che a un governo con Di Maio oppose un secco rifiuto, non è più il leader del Pd, Zingaretti ha sul tema una linea più conciliante e Letta, come già raccontato, è molto vicino al presidente Conte. Siamo alla vigilia di un clamoroso colpo di scena?
Lo scenario non si può escludere, sebbene proprio per queste valutazioni Salvini sa che conviene anche a lui ora tenersi stretto l'attuale governo non avendo alcuna garanzia che si tornerebbe al voto, anzi, che la Lega rischierebbe di restare all'opposizione per tre lunghissimi anni.



Il ribaltone, peraltro, potrebbe essere meno fragoroso di quanto non possa sembrare: se Letta, infatti, dovesse tenere la linea amichevole con Giuseppe Conte è persino possibile che il prossimo Governo possa mantenere la stessa guida, solo con un robusto rimpasto ai ministeri (fuori i leghisti, dentro i democratici) e con una nuova maggioranza a sostenerlo. L’assemblea di Assarmatori sarà dunque la sede della firma di un nuovo patto di governo? Forse non subito, forse non in modo così repentino e indolore, ma è ormai chiaro a tutti che le tensioni sempre crescenti in seno all’attuale maggioranza debbano portare a un decisivo cambiamento. Sarà Enrico Letta a provocarlo?