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Aurelio Andreazzoli, nuovo tecnico del Genoa, ha un'idea per il suo gruppo: che sia felice. "Non ci può essere lavoro nel quale è assente la partecipazione e la felicità nel partecipare. La resa se crei felicità e partecipazioni è doppia a quel punto sei già arrivato. Bisogna dare la possibilità ai calciatori di essere felici. Dobbiamo avere il piacere di giocare per regalarlo a chi spende tempo e fa sacrifici per venire allo stadio".

Prima la felicità, poi il modulo. "Si fa presto a dare un'idea di gioco, poi bisogna affinare dettagli e le situazioni. Il sistema va dietro alle caratteristiche dei giocatori". Poi un battuta sul mercato: "Tutto quello che è stato fatto mi piace. Chiaro che c'è da fare ancora, ma siamo già a buon punto". Il club ha preso l'ex Milan Zapata, Barreca dal Monaco, il giovane centrocampista polacco Jagiello, l'esterno offensivo argentino De La Vega e l'esterno difensivo del Chievo Jaroszynski.

Andreazzoli ha ringraziato il presidente Preziosi per averlo "corteggiato. Perché tale mi sono sentito. Per me è un onore incredibile, ho avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo. Sono stato al Genoa quasi mezzo secolo fa e ho fatto parte di questi colori per un anno quando avevo 17 anni, un'età in cui ti rimane tutto dentro". Inevitabile un riferimento alla contestazione della tifoseria al presidente con cui si è chiusa la stagione passata. "Non possiamo pensare di essere una squadra divisa dalla sua tifoseria. Dovremo riuscire a mettere dentro Pegli le nostre idee e ci sarà la possibilità per i tifosi di venire a verificare giornalmente quello che facciamo: ho l'abitudine di lasciare i cancelli aperti esclusi naturalmente i due giorni pre gara". Una squadra felice e aperta ai tifosi. E' nato il Genoa di Andreazzoli.